Missioni Consolata - Novembre 2014
NOVEMBRE 2014 MC 23 Xinjiang, Cina (da 88 a 103), nello Yemen (da 230-250 a più di 400), nella Repubblica Democratica del Congo (da 63 a 288), in Libia (da 165 a più di 500), nel Mali (da 9 a circa 100). I dati di Heildelberg Volendo poi approfondire il tema delle ostilità nel mondo, anche il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Heidelberg, in Germania, ha una propria task force che controlla attentamente la situazione conflittuale. Sebbene meno noto rispetto alla pubblica- zione dei colleghi svedesi, il Con- flict Barometer dell’«Heidelberg Institute for International Conflict Research» (Hiicr) utilizza un me- todo molto più complesso e arti- colato per valutare lo scenario bel- lico del nostro pianeta. La gravità di una situazione di scontro viene individuata divi- dendo i livelli di intensità dei con- flitti in cinque scale (da un minimo di 1 per una semplice disputa, an- che diplomatica, a un massimo di 5 per un conflitto sfociato in guerra), assegnando a ogni opera- zione bellica dei punti a seconda di alcuni parametri: numero di per- sonale militare impiegato mensil- mente, numero di morti, livello di distruzione degli edifici e delle strutture pubbliche e sociali e, in- fine, numero di sfollati a causa dei combattimenti. Sulla base di queste misurazioni, l’Hiicr ha calcolato che nel 2013 vi sono stati 15 paesi coinvolti in 20 guerre, mentre altri 11 sono stati interessati da 25 guerre limitate ( vedere il riquadro ). Poche le na- zioni che non hanno crisi immi- nenti: oltre alla maggioranza degli stati dell’Europa Occidentale (da cui viene esclusa la Gran Bretagna per le problematiche nordirlan- desi e scozzesi) vengono elencati anche Stati Uniti, Canada e Ocea- nia. Interessante notare che nell’e- lenco delle nazioni meno conflit- tuali figurano paesi in cui il go- verno ha ancora un elevato livello di controllo sulla vita quotidiana della popolazione (Cuba, Corea del Nord, Vietnam, Laos, Turkme- nistan). Secondo l’Hiicr nel 2013 il numero di conflitti a livello politico (che non necessariamente hanno cau- sato morti) nel mondo è stato di 414, 9 in più rispetto al 2012. Di questi 414 conflitti, 45 sono stati classificati come molto violenti, 75 non violenti e 118 dispute di vario genere, per lo più territoriali. La regione più problematica è l’A- frica Subsahariana, che da sola conta 18 guerre totali o limitate. Nel solo Sud Sudan e Sudan le violenze coinvolgono diverse ti- pologie di conflitti: violenze inte- retniche, diserzioni (dell’Spla e dell’Splm/A-Nord), oltre che gravi contenziosi nelle regioni del Nilo Blu, Kardofan e Darfur. Altro esempio viene dalle varie operazioni belliche che si stanno consumando nella Repubblica Democratica del Congo tra milizie diverse (Ituri, Mayi-Mayi, movi- menti M23 e Fdlr). Tra le nazioni asiatiche, Afghani- stan e Pakistan sono le più marto- riate, ma è il Myanmar il paese dalle guerre più durature. I nume- rosi conflitti etnici si combattono dal 1948, anno dell’indipedenza dalla Gran Bretagna, quindi da ben prima che i militari andassero al potere. Le Nazioni Unite hanno 16 mis- Secondo l’ Uppsala Conflict Data Program (Ucdp), nel 2013 erano in atto 7 guerre con più di mille vittime all’anno e 18 conflitti ar- mati ( vedere il riquadro ). Gli scontri più sanguinosi si sono registrati in Siria (73.455 morti), nel Sud Sudan e in Messico, nella guerra delle cosche per il con- trollo del traffico di droga (ognuna con più di 10.000 morti). A ruota seguono il conflitto ira- cheno (7.818 morti), quello in Af- ghanistan (5.648), Pakistan (5.366), Nigeria (1.614), Egitto e Repubblica Centrafricana (più di 1.000). In due stati i conflitti sono dimi- nuiti di intensità (Rwanda e Azer- baijan), ma in compenso nel 2014 si sono aggiunti il conflitto ucraino (che a luglio 2014 ha già causato più di 1.100 morti) e la guerra israelo-palestinese ha avuto, dopo alcuni anni di relativo stallo, una nuova recrudescenza (8 luglio - 26 agosto 2014) con l’invasione di Gaza da parte delle forze israeliane e un bilancio di circa 2.200 morti (2.100 palesti- nesi e 72 israeliani). Rispetto al 2013, nei primi mesi del 2014 si sono registrati au- menti di vittime in conflitti di bassa intensità nel Nagorno Kara- bakh, Azerbaijan (da 2 a 16), nello © Suhair Karam / R N
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