Missioni Consolata - Ottobre 2014
l’indipendenza, nel momento in cui l’Urss si scioglieva in 15 nuovi stati, la Moldavia perdeva una fetta del proprio territorio - la Transnistria ( MC luglio 2014, ndr ) - abitata in prevalenza da russi e ucraini, mentre ancora oggi nella meridionale Găgăuzia - regione autonoma abitata dai găgăuzi, una popolazione di origine turca - si fanno sentire spinte secessioni- ste, accentuate proprio dal re- cente avvicinamento all’Europa. Ucraini e bessarabi, ebrei e lipo- vani (ortodossi russi scismatici, ndr ), russi e romeni, turchi e ta- tari, găgăuzi e mongoli hanno cal- pestato questa terra: la Moldavia è un gilgul (ciclo, groviglio) di anime che vortica nella steppa. Parte della storica Bessarabia, che condivide con le vicine Roma- nia e Ucraina attorno al delta del Danubio, fu abitata dai Daci sin dall’antichità, prima di entrare sotto il controllo romano e poi dell’Impero bizantino. La Molda- via è sempre stata un crocevia delle rotte verso l’Asia e il suo territorio è stato attraversato dalle ondate dell’espansione delle tribù orientali - mongoli, ta- tari di Crimea, turchi - per tutto il Medioevo. Conobbe il suo pe- riodo di massima espansione nel XVI secolo sotto il regno di Ştefan cel Mare , Stefano il Grande, l’e- roe nazionale a cui sono intitolate strade e piazze in tutto il paese. La Moldavia ha avuto una storia recente travagliata con ripetute unioni e separazioni dalla Roma- gose. Le insegne dei marchi glo- bali pendono silenziose sul marmo lucido della galleria e i commessi non si ammazzano certo dal lavoro. Sorina ha stu- diato in Italia, e un giorno vor- rebbe tornarci per viverci. «Al- lora, quando avrò i soldi, mi com- prerò un sacco di vestiti italiani». Come molti moldavi della classe media, vuole scrollarsi di dosso quell’alone di miseria che cir- conda il suo paese, e lo fa con un paio di jeans di marca o una bor- setta. Non fa niente se vengono dal mercato. Chişinău è la vetrina della Molda- via, in tutti i sensi. Qui vedi par- cheggiare i grossi Hammer extra- lusso davanti alle boutique di Gucci e Prada, ma anche la po- vera gente delle periferie e delle campagne con una busta lisa in una mano mentre cerca di met- tere insieme il pranzo con la cena. In fuga da Mosca La Moldavia è il paese più povero d’Europa, ma è anche quello tra i paesi del partenariato orientale ad aver fatto i progressi più rapidi per arrivare alla firma dell’«Ac- cordo di associazione» con l’U- nione europea. Partita in forte svantaggio rispetto ad altri paesi come l’Ucraina, la Moldavia è riu- scita ad arrivare alla fatidica firma lo scorso giugno. Non è certo come essere entrata nell’Ue, obiettivo quanto mai lontano, ma la firma è stata salutata a Chişinău con uno sventolio di bandiere blu, a sottolineare la vo- glia di Europa dei suoi abitanti. Non è una cosa scontata. La Mol- davia è un paese giovane, indi- pendente dal 1991, fortemente condizionato da un pesante pas- sato di repubblica socialista so- vietica e da una cospicua compo- nente etnica russa e ucraina. Du- rante la travagliata conquista del- nia, cui l’accomunano le tradi- zioni e la lingua neolatina, fino a divenire una repubblica dell’Urss e infine l’attuale stato indipen- dente dopo la dissoluzione sovie- tica. È stato allora che le province a maggioranza russa e ucraina al di là del fiume Nistru hanno di- chiarato l’autonomia della Tran- snistria. Ne è seguito un conflitto tuttora congelato e che ha la- sciato la situazione immutata dal 1992. Con la firma dell’Accordo di asso- ciazione, la Moldavia ha com- piuto una scelta di campo. Chişinău ha voltato le spalle alla Russia e alla sua Unione econo- mica eurasiatica, chiudendo defi- nitivamente il capitolo del pro- prio passato sovietico, e ha intra- preso un lungo percorso di avvici- namento economico e politico al- l’Europa. L’entusiasmo con cui la Moldavia ha compiuto questo passo è stato testimoniato dalla stupefacente rapidità con cui il parlamento ha ratificato l’ac- cordo: soltanto tre giorni. Gli ef- fetti si possono già vedere. I citta- dini moldavi possono finalmente viaggiare all’interno dell’area Schengen senza bisogno di alcun visto (per massimo 90 giorni e non per motivi di lavoro, ndr ). È un risultato importante per chi ha un parente che lavora in Europa, vale a dire per almeno un terzo dei moldavi, ma anche una grande prova del soft power eu- ropeo sui paesi del Partenariato orientale. MOLDAVIA 52 MC OTTOBRE 2014 # A destra : per pochi lei . Il mercato centrale di Chi ş in ă u è un bazar a cielo aperto. Pagina seguente : il primo ministro moldavo Iurie Leanc ă .
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