Missioni Consolata - Ottobre 2014
MC ARTICOLI Storie di «progresso» e di genocidi Br-174 e Br-210: strade di sangue Le strade portano «progresso»? La risposta non è ovvia. Come dimostrano la Br-174 e la Br-210, due rodovias che hanno attraversato territori indigeni portando distruzione ambientale, violenza, malattie. E un numero tale di morti da far parlare di genocidio. B oa Vista. La tomba di padre Giovanni Calleri, missionario della Consolata nativo di Carrù (Cu- neo), è posta ai piedi dell’altare di Nossa Senhora do Carmo, la chiesa madre ( Matriz ) di Boa Vista co- struita a duecento metri dal Rio Branco. Sotto l’altare sono conservate una parte delle ossa del missionario, recuperate nel novembre 1968 dagli uo- mini del Parasar, un corpo specializzato dell’Aeronau- tica militare brasiliana. In quegli anni il Brasile era go- vernato dai militari. Il loro «Piano di integrazione na- zionale» ( Plano de Integração Nacional ) prevedeva la costruzione di strade ( rodovias ) per favorire la coloniz- zazione dell’Amazzonia. Una di queste strade era la Br- 174. La spedizione di Giovanni Calleri - composta da 8 uomini e 2 donne (un evento in sé) - venne incaricata di trovare una mediazione con i Waimiri-Atroari, un’etnia indigena che si opponeva al passaggio della strada sul proprio territorio. Il gruppo fu massacrato (eccetto una guida, forse corresponsabile), cadendo in una trap- pola ordita in alto, da chi aveva interesse a chiudere la partita con un popolo orgoglioso e indomito. Ne è convinto padre Silvano Sabatini, che da allora - oggi ha 92 anni - combatte una lunga e faticosa batta- glia per ristabilire la verità di quella tragedia. «L’avevo abbracciato l’ultima volta il tredici ottobre (del 1968, ndr ) - scrive Sabatini -. Era un giovane di trentaquat- tro anni, ora un mucchio di ossa dentro un sacco. Ero sconvolto e mi sentivo colpevole di quanto avvenuto, per aver appoggiato, come presidente della Coprind (Commissione pro-indio di Roraima, ndr ), la spedi- zione e poi averla abbandonata nel momento cruciale, per quelle che erano considerate le altre - e più “alte” - priorità della Missione, cui non mi ero potuto sot- trarre. Con fredda lucidità mormorai: “Calleri, giuro che scoprirò la verità!”. Il mattino successivo, nell’Isti- tuto di Medicina legale di Manaus, fu realizzato il rico- noscimento delle salme. I sacchi furono disposti a terra, accanto a nove piccole bare. Io stesso li aprii uno per uno, mentre il medico legale passava loro vicino, con uno sguardo disinteressato. Spettò a me trasferire le ossa dal sacco alla cassetta. Le osservai attenta- mente e constatai che molte erano scheggiate. In tutti i casi, il cranio era fratturato e, talvolta, completamente © geopt org OTTOBRE 2014 MC 23 # A sinistra: i membri della spedizione di padre Giovanni Calleri (al centro con gli occhiali). Qui sopra: i resti mortali della spe- dizione. In alto: il cartellone lungo la Br-174 avverte che si sta entrando nella riserva indigena. Pagina precedente : Boa Vista, il monumento al garimpeiro , figura devastante per l’Amazzonia e i popoli indigeni. © Archivio MC © Archiv M
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