Missioni Consolata - Ottobre 2014
OTTOBRE 2014 MC 17 mentare politica occidentale. Dopo la sconfitta del movimento Taliban tutti si aspettavano che sarebbe cominciata la ricostru- zione economica del paese. Essa, invece, è avvenuta al rallentatore o, addirittura, in alcune province, non è mai stata avviata. La seconda delusione - prevedi- bile perché riguardava qualcosa che si sapeva difficile da realiz- zare - è stata la mancata riedifica- zione di uno status politico e so- ciale. Le divisioni etniche si sono espresse in tutta la loro dissen- nata potenza disgregatrice sia nel parlamento nazionale che in quelli locali, influenzando l’intero processo di pace sociale e rimet- tendo in gioco i Taliban, unica forza apparentemente in grado di proporre un ideale nazionale uni- voco sotto la bandiera dell’Islam. A favorire il ritorno delle frange taliban ha contribuito notevol- mente la propaganda antireli- giosa condotta dai movimenti in- tegralisti cristiani statunitensi (gruppi evangelici in primis) ed europei (ricordiamo le vignette satiriche su Maometto) che ha in- dotto la popolazione afghana a reagire alle offese gratuite alla propria fede rifugiandosi in quei gruppi che, secondo loro, più la difendevano. Presidente tagiko, presidente pashtun Arriviamo al 2014, l’ennesimo anno decisivo della storia af- ghana che, naturalmente, deci- sivo non sarà. Lo si è visto nelle elezioni presidenziali (iniziate ad aprile), celebrate in pompa ma- gna, e infine risoltesi in una inde- cente baruffa tra i due candidati principali, entrambi filoocciden- tali: il tagiko Abdullah Abdullah, ex ministro degli esteri di Karzai, # Sopra : un anziano afghano. A sinistra : anni di guerre lasciano un segno dif- ficile da cancellare, come testimonia questa immagine in cui una schiera di bambini imbraccia i «giocattoli» della propria quotidianità. tatta durante la guerra contro i sovietici, fu pesantemente bom- bardata dagli stessi afghani, im- pazziti in una guerra fratricida. E allora l’anno della rinascita af- ghana fu posticipato al 1996 con l’arrivo dei Taliban. La società ripiombò in una sorta di oscurantismo religioso, ma fi- nalmente le armi, per la prima volta da più di due decenni, tac- quero sull’85 per cento del terri- torio (il rimanente 15 per cento era controllato dall’«Alleanza del Nord» di Ahmed Shah Massud e Burhanuddin Rabbani) e la popo- lazione poteva guardare con più ottimismo al proprio futuro. Una prospettiva che durò poco. Arrivò infatti un altro anno deci- sivo a sconvolgere le vite degli afghani. Fu il 2001, quello dell’at- tentato alle torri del World Trade Center e al Pentagono (nonché dell’aereo diretto alla Casa Bianca, ma caduto a Shanksville). Sembrava dovesse veramente ri- baltarsi il mondo. In pochi mesi i Taliban vennero scalzati dal po- tere e furono in molti a credere, questa volta con sincera emo- zione, che qualcosa stesse cam- biando. E per il meglio. Poi la de- lusione, anzi le delusioni. La prima, più amara perché ina- spettata, ha riguardato la falli- MC ARTICOLI
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