Missioni Consolata - Ottobre 2014
MC ARTICOLI OTTOBRE 2014 MC 13 cona mariana che era (ed è tutt’ora) sull’altare della chiesa di S. Maria del Popolo, a Roma. Quella chiesa sorgeva presso uno degli ingressi di Roma, la Porta Fla- minia, ed era per i pellegrini un luogo di passaggio e di purifica- zione prima di entrare in città. Quell’icona, giunta a Roma in- torno al secolo XIII e subito dif- fusa un po’ ovunque da diversi pittori, è chiaramente di deriva- zione bizantina (ed è fatta risalire dalla tradizione addirittura a S. Luca). Una copia dipinta da Anto- nio Romano fu inviata con ogni probabilità a Torino dal cardinale Gerolamo Della Rovere dei si- gnori di Vinovo, che fu vescovo di Torino negli anni 1482-1501 e il costruttore dell’attuale cattedrale torinese. Quella è l’immagine che oggi i torinesi venerano come icona della patrona della città e della diocesi. Si tratta dunque di un’icona bizan- tina, detta «odigitria» o anche «odegetria», dal greco antico, così come altre immagini bizantine sono denominate con altro nome, come quella detta «Madonna della carezza». Una bella imma- gine, anche se artisticamente non perfetta. Entrando nel Santuario di Torino subito colpisce il quadro della Con- solata, posto sull’altare maggiore e inserito in una splendida archi- tettura progettata da Guarino Guarini (1624-1683). Per fortuna il quadro ha conservato le sue carat- teristiche bizantine originali, quelle cioè di raffigurare una ma- dre con il suo bambino, senza le corone (recentemente rimosse) che nel secolo XIX e poi nel succes- sivo deturparono l’originalità del quadro. L’icona della Consolata La Consolata è raffigurata come una madre che tiene tra le braccia Gesù e lo indica con la mano de- stra, come a dire ai fedeli che Lui è il più importante. È quindi la Ma- donna cristologica, cui preme so- prattutto indicare ai fedeli il bam- bino, non tanto se stessa, che la Scrittura definisce umile creatura, colei che ha accolto nel suo seno Gesù. Essa è perciò la prima di co- loro che hanno creduto e credono, la prima nella fede verso il Figlio di Dio. La Vergine Maria tiene in braccio il Bambino che con la mano de- stra indica l’Unità e la Trinità di Dio. I colori hanno un valore e un significato sacro, e sono usati dal pittore, spesso un monaco, con intenti devozionali e catechetici. Il dipingere immagini è per un pit- tore bizantino un’azione sacra. I colori e le forme della Consolata simbolizzano in generale la con- templazione per entrare nel mi- stero della madre di Dio. L’arte bizantina non cerca l’esaltazione del corpo nelle sue forme mate- riali, ma si addentra nella manife- stazione della divinità, nell’inti- mità dell’anima. I due volti, del Fi- # Qui sopra : l’icona di Santa Maria del Po- polo e la sua collocazione sull’altare della basilica romana ( a sinistra ). | A destra : un dei 22 cippi commemorativi superstiti de- dicati alla Consolata che nel 1706 furono fatti sistemare a decine attorno alla città di Torino dal re Vittorio Amedeo II. © Af MC / Daniel 2014
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