Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2014
80 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2014 Libertà Religiosa le radici di buona parte dei pro- blemi delle minoranze religiose. Sia perché esse hanno ricono- sciuto come religioni ufficiali i soli islamismo (nella versione sunnita), protestantesimo, catto- licesimo, induismo, buddhismo e confucianesimo, a scapito di al- tre fedi come il giudaismo, l’isla- mismo shiita, l’islamismo Ahma- diya (che sostiene il principio di una profezia non completata con Maometto), le fedi tradizionali autoctone; sia perché hanno in- dotto una parte consistente delle strutture di governo e ammini- strazione a organizzarsi proprio sulla base di tali presupposti. Ad esempio, il ministero per gli Affari religiosi ha dipartimenti che rispettano le fedi approvate, negando a chi non ne fa parte il riconoscimento ufficiale e even- tuali benefici. I curricula scola- stici rispecchiano la discrimina- zione, e gli educatori sono scelti in base alla loro fede per operare con studenti della stessa fede, ovviamente mainstream , ne- gando così possibilità anche pro- fessionali a comunità di fedi non riconosciute. Di converso, l’Organismo di coor- dinamento per il controllo delle credenze mistiche (ovvero le fedi documento firmato dai cristiani nella provincia nel 2001 in cui si accetta che ad Aceh possano es- servi una sola chiesa e quattro cappelle. Una situazione supe- rata negli anni per arrivare a 22 luoghi di culto, formalmente provvisori e costruiti con l’appro- vazione - secondo Fides - di un forum interreligioso locale che include esponenti musulmani. Una necessità per i cristiani di Aceh, contro cui hanno preso po- sizione i militanti islamici. Come sottolineato a agenzia Fi- des da padre Romanus Harjito, direttore nazionale delle Pontifi- cie Opere Missionarie, «tali epi- sodi sono tollerati dal governo centrale, che ha concesso la Sha- ria. In questi casi, per noi catto- lici, c’è il mancato rispetto della Pancasila, la legge fondamentale dello stato indonesiano alla base della convivenza fra comunità re- ligiose, i cui cinque principi sono: fede in un solo Dio, diritti umani, unità nazionale, democrazia, giu- stizia sociale». Proprio nel tentativo di tradurre i cinque principi in norme che, nella visione dei padri fondatori dello stato nel 1945, dovevano essere fonte di unità, nazionali- smo e identità, starebbero però ancestrali), attivo dagli anni Cin- quanta, ha, in tempi recenti, esteso le proprie attività fino a includere il controllo di denomi- nazioni accusate di provocare di- sordine sociale, tra cui i circa 400mila Ahmadiya, che da mino- ranza discriminata si trovano an- che a essere sottoposti a politi- che coercitive. Stefano Vecchia N.B. Dati i nostri tempi di lavorazione ci è stato impossibile offrivi i risul- tati delle elezioni. Aggiornamenti in merito potete trovarli anche sul sito della rivista. # Sopra : Jakarta, un uomo di Papua in tenuta tradizionale dimostra per una maggiore autonomia della sua provincia. | Un bambino di Oeperigi, Indonesia. © Natalie Bailey/IRIN © Jefri Aries/IRIN
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