Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2014
per Libia, Algeria, Mali, Niger, Su- dan). Secondo calcoli scientifici ol- tre l’80% del territorio riceve tra i 6,5 e i 7,5 KWh di energia per me- tro quadrato all’ora. Attualmente i raggi del sole pos- sono essere trasformati in ener- gia attraverso due sistemi: i pan- nelli fotovoltaici e le centrali ter- modinamiche. I pannelli si stanno diffondendo rapidamente nel continente. Ospedali, scuole, sedi di Ong, gra- zie alle donazioni di organizzazioni internazionali, installano piccoli impianti solari per le loro esi- genze. La sua capillarità rende dif- ficile quantificare il fenomeno che però, va detto con certezza, è in rapida espansione. Ma i pannelli sono oggetto anche di progetti di più ampie proporzioni. Per esem- pio, a Sunninghill (Sudafrica) è stato costruito un impianto in grado di sviluppare un’energia di 675 MWh l’anno che copre il 5% del fabbisogno del paese. Pretoria ha poi dato il via libera alla costru- zione di una centrale nel deserto del Kalahari che è entrata da poco in funzione e, a regime, dovrebbe fornire 146 GWh l’anno. Anche a Nzema (Ghana) è stato creato un impianto che dovrebbe produrre 155 MWh grazie a 630mila pan- nelli. A giugno il Marocco ha pubbli- cato due bandi per la realizza- zione di altrettanti progetti foto- voltaici. Il primo dovrebbe essere costituito da quattro centrali col- legate alla rete ad alta tensione, il secondo da otto centrali an- ch’esse collegate alla rete. Per i fi- nanziamenti Rabat si è rivolta alla Banca mondiale e alla Banca eu- ropea degli investimenti che si sono impegnate a sostenerne la realizzazione. Da parte sua il go- verno marocchino ha stanziato 11 miliardi di dollari per le energie pulite (solare ed eolico). Un inve- stimento che dovrebbe portare il paese a diventare un esportatore di energia pulita entro il 2020 e ad affrancarsi dai carburanti fos- sili (per i quali spende 13 miliardi di dollari l’anno). Gli investitori internazionali hanno però puntato il loro sguardo anche su un’altra forma di produzione dell’energia: le centrali termodinamiche. In esse la radiazione solare viene concen- trata in specchi parabolici e con- vertita in calore, il quale è poi tra- sformato in elettricità da turbine a vapore. Le centrali possono es- sere installate nei deserti dove c’è abbondanza di spazio e di raggi solari. Impianti di questo tipo sono in funzione negli Usa, in Spagna e anche in Italia (a Priolo, Siracusa). Per sfruttare le enormi potenzialità del solare e delle centrali termodinamiche, nel 2007 era nato Desertec, un’orga- nizzazione della quale facevano parte numerosi centri studi tede- schi che collaboravano con so- cietà del calibro di Abb, Deutsche Bank e Siemens. Il piano preve- tegico. E l’energia rinnovabile, in particolare, può essere la più adatta per il continente. In paesi in cui le reti elettriche non rag- giungono tutte le regioni e nei quali la popolazione è dispersa su aree molto vaste, la produzione con piccoli impianti distribuiti sul territorio e destinati alle esigenze locali può rivelarsi la soluzione più razionale. A ciò si aggiunge il fatto che, soprattutto quando si parla di impianti eolici e a energia solare, si ha a che fare con strut- ture modulari (che possono cioè essere ampliate) e che richiedono una manutenzione relativamente semplice. Caratteristiche che si adattano all’impiego in zone re- mote. Oltre ad affrancare molti paesi dalle costose e inquinanti centrali alimentate dai carburanti fossili. I costi degli impianti non sono ancora alla portata degli stati africani, ma organizzazioni internazionali e imprese private stanno investendo capitali in- sieme ai governi locali per crea- rene all’avanguardia. Il sole che dà vita L’Africa è uno dei continenti più adatti allo sfruttamento dell’ener- gia del sole. Molti paesi, soprat- tutto quelli della fascia saheliana e sahariana, godono di un’esposi- zione prolungata ai raggi sia nel corso della giornata sia durante l’anno (in Ciad, per esempio, si cal- cola che ci siano almeno 360 giorni di sole l’anno, lo stesso vale AFRICA 70 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2014 # Pagina precedente: Ashegoda, Etiopia, la maggiore centrale eo- lica nell’Africa sub sahariana. # A fianco : Tete, Mozambico, la gi- gantesca diga di Cahora Bassa sullo Zambesi. © Af MC / Benedetto Bellesi
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