Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2014

AGOSTO-SETTEMBRE 2014 MC 67 riguardante la storia della Guerra fredda e, in particolare, la situa- zione dei paesi baltici. C’è anche una sezione dedicata alla costru- zione e al ruolo della base missili- stica stessa, che un tempo custo- diva missili nucleari con potenza sufficiente ad annientare gran parte dell’Europa. La principale attrattiva del museo è, infatti, la possibilità di visitare uno dei bunker che un tempo racchiude- vano le enormi testate nucleari: missili R12 lunghi 22 metri. Per costruire la base, nel 1960 fu- rono inviati sul posto 10mila mili- tari provenienti dagli stati satel- lite dell’Urss, che completarono l’opera in otto mesi. Essa ospitò il 79° Reggimento missilistico fino al 1978, quando i missili scompar- vero «misteriosamente», e la struttura fu abbandonata al suo destino. Nel corso della sua storia, la base fu utilizzata per puntare i propri missili in direzione dell’America durante la crisi internazionale cu- bana dell’autunno 1962, e fu tra quelle allertate con allarme rosso durante l’invasione della Cecoslo- vacchia del 1968. La Collina delle croci È sulla Collina delle croci, più che in ogni altro luogo, che si può ri- percorrere e sentire la storia, il passato e il presente, ma soprat- tutto il desiderio di indipendenza e la forza del sentimento naziona- lista del popolo lituano. La Collina delle croci è un luogo impressionante, affascinante e sconvolgente al tempo stesso. Qui sono state erette migliaia di croci, da parte di innumerevoli pellegrini e delle moltissime cop- pie che, di sabato, vi si recano ap- pena dopo la cerimonia nuziale. Grandi e piccole, preziose e po- vere, in legno e in metallo, le croci possono assolvere la fun- zione prettamente religiosa di ac- compagnare la preghiera, ma an- che rappresentare, con i loro ela- borati lavori di intaglio, veri capo- lavori dell’arte popolare. Alcune sono state piantate in memoria di persone scomparse. In tal caso sono accompagnate da fiori e qualche fotografia, o da altri og- getti che ricordino il defunto, con un’iscrizione affettuosa o un mes- saggio religioso. Sparsi fra le croci si possono ve- dere non solo i tradizionali ko- plytstulpis lituani (statue di legno sormontate da un piccolo tetto), ma anche alcune sculture lignee raffiguranti il Cristo Addolorato ( Rūpintojėlis ). Secondo i principi di un’arte tramandata di maestro in allievo, le croci sono intagliate in legno di quercia, l’albero sacro della mitologia pagana. Intese come offerte agli dei, erano ac- compagnate da cibo oppure av- volte con sciarpe colorate (per propiziare un matrimonio) o con grembiuli (auspicio di fertilità). Una volta riconosciute dalla Chiesa, si legarono però definiti- vamente ai riti cristiani, assu- mendo una connotazione sacra. In seguito, le croci divennero sim- boli della resistenza contro l’oc- cupazione configurandosi come testimonianza non solo di devo- zione, ma anche di identità nazio- nale. Diverse sono le storie che circo- lano sull’origine della Collina e la colorano di leggenda: alcune so- stengono che sia stata costruita in tre giorni e tre notti dalle fami- glie dei soldati uccisi in una grande battaglia, altre dicono sia stata opera di un padre che, nel- l’estremo tentativo di far guarire la figlia malata, per primo innalzò una croce votiva sulla Collina. Al- tre ancora narrano di un castello distrutto dai Cavalieri Portaspada nel Trecento, sui cui ruderi sa- rebbe sorto il simbolo della fede e della nazione lituana. Da ul- timo, le tradizioni pagane nar- rano di vergini celestiali che in questo luogo accendevano e ac- cudivano i fuochi sacri a loro affi- dati, e di un tempio, costruito in epoca precristiana, in cui si prati- cavano sacrifici e culti pagani. Le testimonianze più attendibili però riportano che le prime croci furono collocate dagli abitanti della zona per commemorare le vittime degli scontri del 1831 e del 1863 tra la popolazione li- tuana, che protestava contro l’oppressione del regime zarista, e le autorità russe che avevano annesso la Lituania nel 1795. Di- amanderson2/Flickr.com

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