Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2014
66 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2014 tico polacco, con tanto di filo spi- nato e di barriere a strisce bian- che e rosse sul lato polacco, e rosse e verdi sul lato sovietico. Accanto si trova uno dei vagoni con cui i prigionieri lituani veni- vano deportati in Siberia. Una volta attraversato il tornello dell’ingresso, si viene accolti da musiche russe emesse da altopar- lanti fissati sulle torri di vedetta, mentre nel ristorante si possono mangiare con posate di fabbrica- zione sovietica sardine, cipolle e, ovviamente, bere vodka. La mag- gior parte delle statue del parco non dicono molto agli stranieri poiché rappresentano «eroi» o episodi della storia locale. Ma non è così per le giovani coppie di lituani che, spesso con i figli, pas- seggiano fermandosi di fronte a storie o personaggi magari citati dai propri genitori o nonni. Museo della Guerra fredda Proseguendo verso Nord, un altro luogo estremamente significativo è il Museo della Guerra fredda, inaugurato alla fine del 2011, ri- cavato in un’ex base missilistica sovietica sotterranea costruita al- l’inizio degli anni ‘60 nel cuore del parco nazionale di Žemaitija, e ri- masta sorprendentemente sco- nosciuta alla popolazione lituana per decenni. Nel museo è allestita una mostra rando memorie dolorose e cer- cando di dare loro una nuova col- locazione, una nuova forma. È quello che è successo, ad esem- pio, con il Grutas park, il parco delle sculture sovietiche, sorto a pochi chilometri dal confine po- lacco lituano. Entrando in Lituania dal confine polacco, infatti, una delle «attra- zioni imperdibili», testimonianza del desiderio di conservare viva la memoria, è il parco di Grutas. Il parco, soprannominato Stalin World, ospita una vasta colle- zione di statue, un tempo collo- cate come simboli del potere so- vietico in vari parchi e piazze di tutto il territorio nazionale. Il parco è stato voluto da Viliumas Malinauskas, ex direttore di kol- choz (le cooperative agricole so- vietiche), poi imprenditore arric- chitosi grazie a un’azienda di fun- ghi in conserva. Nel 1999 egli ot- tenne in concessione dal mini- stero della Cultura le sculture, e decise di installarle in una parte della sua proprietà di 200 ettari. L’ingresso del parco, progettato in modo da ricordare un campo di concentramento siberiano, ripro- duce il presidio al confine sovie- LITUANIA # Qui : la campagna e la città lituana. Un’insegna del Mc Donald’s, simbolo di occidentalizzazione. | In alto a de- stra : ancora un’immagine riferita alla Collina delle croci. jo.sau/Flickr.com Antonio Gomez/Flickr.com jo.sau/Flickr.com
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