Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2014

PERÚ 54 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2014 Lo sfruttamento petrolifero di questa parte dell’A- mazzonia peruviana è iniziato nel lontano 1971. Un oleodotto di oltre 16 chilometri attraversa la foresta e i territori indigeni trasferendo ogni giorno migliaia di barili di petrolio. Essendo questa una struttura risa- lente agli anni Settanta, essa mostra il segno degli anni: le condutture sono molto deteriorate e gli allac- ciamenti precari. Se un tempo le perdite di petrolio ( derrames ) avvenivano nei pressi dei pozzi di perfora- zione, oggi esse sono sempre più frequenti e consi- stenti lungo l’oleodotto. Soltanto negli ultimi cinque anni ne sono state documentate oltre 100 4 . Accanto a queste fuoriuscite di greggio ci sono gli sver- samenti nei fiumi - erano la regola almeno fino al 2009 - delle cosiddette «acque di produzione» 5 . Si tratta di ac- que molto calde (80-90 gradi), salate e contaminate con olio, metalli pesanti (mercurio, cadmio, bario, piombo, arsenico, ecc.) ed elementi radioattivi. Le conseguenze delle perdite e degli sversamenti sono devastanti per la flora, la fauna e le popolazioni. Esposte a un inquina- mento quotidiano, le persone si ammalano delle malat- tie più varie, alcune gravi o mortali come tumori, insuffi- cienza renale, danni al sistema nervoso. I l responsabile di tutto questo è conosciuto: si chiama Pluspetrol Norte, impresa appartenente al gruppo pe- trolifero argentino Pluspetrol. Essa opera nei lotti «1AB» (sfruttato da Occidental Petroleum fino all’anno 2000) e «8» (appartenente a Petroperú fino al 1996 e a sua volta diviso in 5 lotti separati più piccoli). I lotti oc- cupano i bacini dei fiumi Corrientes, Tigre, Pastaza e Marañón e parte della riserva nazionale Pacaya-Sami- ria (lotto «8X»). Oggi le acque di questi fiumi sono alta- mente contaminate così come vasti territori della ri- serva. Alcuni siti sono addirittura spariti come la laguna Shanshococha, che stava nei pressi del lotto 1AB. L’impresa si difende affermando che le perdite dell’oleo- dotto sono causate da atti di sabotaggio e vandalismo perpetrati da persone appartenenti alle comunità indi- gene, negando le condizioni disastrose in cui versano le condutture. Quanto alle «acque di produzione», da al- cuni anni - precisa l’azienda petrolifera - esse sono rei- niettate nel sottosuolo. Va però ricordato che, per oltre un decennio, la Pluspetrol ha versato nei 4 fiumi amaz- zonici (tutti affluenti del Rio delle Amazzoni) fino a 1,1 milioni di barili di acqua di produzione al giorno. Infine, la compagnia petrolifera accusa i suoi predecessori - Oc- © M.A.Cadenas -M.Berjón © Alianza Arkana / Acodecospat

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