Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2014
44 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2014 Primi tempi tra amore e solitudine «Quando è nato il mio primogenito si sono con- trapposti in me due sentimenti: la gioia e la soli- tudine. Ogni volta che qualcuno apriva la porta della mia camera in ospedale, sussultavo. Imma- ginavo di veder entrare tutta la mia famiglia. Mi è mancato tantissimo quel calore famigliare, quel- l’amore e quella cura che (in particolar modo da noi in Tunisia) viene donata alla puerpera. Nei primi tre mesi della mia nuova vita da mamma, mi mancavano le mie radici, la mia terra, la mia famiglia. Per avere un figlio all’e- stero devi essere forte, rigida, non hai nessuno che ti aiuti, il tempo per te stessa è cancellato in virtù di tutte le mansioni pratiche che devi svol- gere. Le più piccole cose quotidiane, se ti senti fragile, iniziano a diventare difficili: alzarti e rial- zarti, infilarti le scarpe, presentarti in modo di- gnitoso. Alle insicurezze del mio essere neo mamma si aggiungevano i problemi burocratici: non è stato semplice avere un permesso di sog- giorno per poter tornare in Tunisia dalla mia fa- miglia. Quando riuscii a esplicare tutte le prati- che e potei tornare qualche tempo nel mio paese, riuscii a vivere il puerperio che non avevo potuto vivere in Italia. Le donne coccolavano il piccolo e me. Un bagno turco al pomeriggio, qualche mas- saggio, un taglio ai capelli e tante confidenze ami- chevoli. La cura della mia persona si univa alla piacevolezza dello stare insieme a persone care». La mia vita è in Italia «Passati due mesi ho capito che dovevo tornare. La mia vita era in Italia. La prima cosa da fare era un corso e ho pensato di farne uno per media- trice culturale. Per fare ciò il piccolo doveva stare all’asilo. Come per tutte le mamme italiane ho fatto la mia trafila per un posto al comunale, ho atteso che si snellisse la lista d’attesa e, quando è arrivato il mio turno, mi sono rimessa in carreg- giata come donna. Per fortuna il nido scelto, un comunale della zona, mi ha offerto una sorta di nuova famiglia. Quella che mi mancava: dall’economa, alle maestre, alle mamme. Queste relazioni, consolidate nel tempo, mi hanno favorita quando è nata la secondogenita e il puerperio è stato diverso. A otto mesi ho avuto comunque un po’ di depressione. Quindici giorni di rifiuto del cibo e una sola volontà: stare a letto. Fosse successo con il primogenito avrei fatto molta più fatica a riprendermi, ma questa volta avevo seminato e coltivato complici amici- zie. Questo volle dire tantissimo. Poco per volta, mi rialzai in piedi, ricominciai a uscire, ad accom- pagnare i bimbi, a fare un ulteriore corso come Oss e, pian piano, tornai a vivere». © Murat Cinar Per le straniere è peggio Partecipazione al mercato del lavoro 1. Tasso di occupazione più elevato delle ita- liane (nel 2010 pari a 50,9% vs. 45,7%) ma: • maggiore diminuzione con la crisi (in due anni 1,9% punti) inferiore nelle regioni del Nord (49,5% vs. 57%); • più basso in presenza di figli (42,7% vs. 50,6%) anche per mancanza di rete fami- liare oltre che per motivi culturali. 2. Forti differenze del tasso di occupazione per comunità (superiore al 90% per le filippine e inferiore al 35% per albanesi e marocchine). 3. Tasso di disoccupazione più elevato (nel 2010 13,3% vs. 9,3%). 4. Media primi 3 trimestri del 2011 il tasso di occupazione scende di 0,5 punti, il tasso di disoccupazione sale di 0,2 punti. Scarsa la qualità del lavoro 1. Più della metà svolge un lavoro non qualifi- cato (58% vs. 9% delle italiane). 2. Il 40,1% svolge un lavoro domestico presso le famiglie (1,7% le italiane). 3. Oltre una straniera su due svolge un lavoro per il quale è richiesto un titolo di studio infe- riore a quello posseduto (51,1% vs. 19,8%). 4. La concentrazione in lavori poco qualificati comporta una bassa paga mensile: 788 euro vs. 1.131 euro delle italiane.
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