Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2014

42 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2014 Un part time con orari sempre improvvisati «Per poter gestire casa e famiglia ho scelto l’op- zione del part time, ma dal momento che gli orari dei turni vengono comunicati settimanalmente, le difficoltà organizzative permangono e ricadono sul compagno, sui propri genitori/nonni (se si ha la fortuna di averli) o sulle baby sitter. Questo essere sempre sospesa e in attesa delle decisioni altrui mi crea un forte senso di preca- rietà e di dipendenza, sia da chi ha il potere di de- cidere circa il mio lavoro, sia da chi mi aiuta nella gestione familiare. Inoltre, il calendario scola- stico, con festività e vacanze, coincide con i pe- riodi di maggior impegno lavorativo. Ne consegue che non è sempre possibile stare con le bambine durante le vacanze natalizie, pasquali o estive che siano. Al contrario, si hanno maggiori possibilità di andare in ferie quando le scuole sono aperte e di conseguenza sono spesso costretta a scegliere tra rinunciare ad attività con la famiglia - ridu- cendo le ferie a un periodo da trascorrere a casa - e far perdere giorni di scuola ai figli». Domeniche al lavoro e nessun incentivo «Un’ulteriore penalizzazione per chi deve conci- liare il tempo del lavoro con quello della famiglia è rappresentata senz’altro dal decreto Monti che consente ai negozi di restare aperti 24 ore su 24, sette giorni su sette. Un emendamento che avrebbe dovuto far nascere nuovi posti di lavoro, ha invece obbligato gli stessi lavoratori ad avere sempre meno giorni festivi, senza incentivi di al- cun tipo, e a ridurre ancor più il tempo da dedi- care alla famiglia. Questa è la mia storia ma è rappresentativa di una condizione generale delle donne sposate e con prole che subiscono una dis- criminazione rispetto alle colleghe nubili le quali, secondo i responsabili di settore, risultano più meritevoli di aumenti su base oraria. In questo mondo che volge il capo al passato, quello che posso fare come donna e come madre è conti- nuare a sensibilizzare le persone su questo tema e a lottare affinché siano garantiti i minimi diritti e, un domani, possa esistere uno spaccato sociale più a misura di “mamma” alle mie bambine». Gabriella Mancini © Murat Cinar

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