Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2014

38 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2014 Tre madri iTaliane nell’impresa di CONCILIARE LAVOROE FAMIGLIA DI G ABRIELLA M ANCINI a volte occorre semplicemente mettersi in ascolto. È quello che abbiamo fatto per ridare voce alle donne, troppo spesso messe a tacere. GEMMA Un contratto a progetto per anni in un’agenzia di comunicazione milanese, una professionalità mai messa in discussione dai responsabili dell’a- zienda, una porta chiusa alla nascita del secondo figlio a favore di una neolaureata sottopagata e... libera da vincoli familiari. «Q uando sono rimasta incinta del mio secondo figlio ero alle soglie dei 40 anni. Lavoravo da dieci anni come copy writer in un’agenzia di comu- nicazione e svolgevo parallelamente attività gior- nalistiche di interesse sociale, sempre poco re- munerative ma molto gratificanti. Il lavoro in agenzia era a tutti gli effetti da dipendente (orari e impegno sul luogo di lavoro) ma travestito da contratto a progetto, reiterato anno dopo anno. Fino all’ultimo mese di gravidanza lavorai con un buon ritmo. Nelle ultime settimane, i miei capi mi affiancarono una giovane stagista - non retribuita - per sostituirmi nei mesi della maternità. Tre settimane prima della data prevista del parto, in occasione della mia festa di “arrivederci”, le tito- lari dell’azienda (entrambe con tre figli a testa) mi riempirono di sorrisi, baci e abbracci. Andai in maternità fiduciosa che avrei ritrovato il mio ruolo e la mia postazione dopo i cinque mesi ob- bligatori. Le voci erano rassicuranti: la giovane sostituta, per quanto volenterosa, non aveva la mia stessa esperienza e la mia penna». © Murat Cinar

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