Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2014
AGOSTO-SETTEMBRE 2014 MC 33 mani che si racchiudono per bere attingano all’ac- qua più pura. A volte anche le buone azioni pos- sono essere piene di detriti e persino l’esercizio della misericordia corre il rischio di essere frain- teso, equivocato e abusato se non scaturisce da una fonte profonda e ricca. G iuseppe Allamano raccoglie le parole di Ber- nardo e le fa sue. Professore di morale per molti anni, sa per esperienza che il bene è un oggetto fragile e va trattato con dol- cezza e delicatezza. Se lo si porge con poco garbo si può rompere facilmente e solo con difficoltà può essere riparato. Lo vediamo anche noi oggi. Ne fac- ciamo esperienza quotidiana entrando in contatto con persone ferite dalla banalità di un cristiane- simo di facciata, raccogliendo storie che narrano promesse di grazia tradite, incontri col nulla camuf- fati da esperienze di fede, bisogni reali affrontati a colpi di bla bla bla e mai soddisfatti. A volte sono le nostre stesse debolezze a fare strage delle spe- ranze altrui, a tradirne le aspettative; non lo si può evitare, è lo scotto che si deve pagare al fatto di es- sere umani e fallibili. Questa fragilità può essere però limitata. L’apertura allo Spirito è la prima atti- tudine da coltivare se si vuole essere fonti vive. Tuttavia, sappiamo bene che tale apertura non po- trà aver luogo se non si ricercano momenti di pre- ghiera, silenzio e incontro con Cristo in grado di permetterci di accogliere il dono del suo Spirito. Occorre trovare spazi che permettano l’echeggiare della Parola nel profondo di noi stessi, anche se ciò potrà essere causa di sofferenza. La Parola, infatti, è spada a doppio taglio, che penetra e purifica, di- vide, pota, converte (cf. Eb 4,12). La nuova evangelizzazione, di cui tanto si parla in questi ultimi tempi, altro non è che un modo credi- bile di presentare la Buona Notizia di sempre. Oggi, in effetti, la gente non ha bisogno di tante parole. Bastano 64 battute per lanciare un tweet nel ciber- spazio ed essere letto da centinaia, migliaia, milioni di followers (Papa Francesco ha 14 milioni di per- sone che lo seguono su Twitter). La differenza la fanno il contenuto e ciò che sta sotto a esso. Le ba- nalità possono risultare interessanti e anche diver- tenti, ma alla fine stancano. C’è bisogno di genui- nità, di schiettezza, di verità per vivere la propria missione in modo autentico ed efficace. Trattenere i beni spirituali, arricchirsi di essi è un atto di misericordia e non di egoismo. Chi si fa conca dei doni dello Spirito automaticamente dona di poterlo effondere, sostiene Bernardo. A poco ser- virebbero il dono della parola o quello della scienza se per mancanza di carità non li condividessimo con il nostro prossimo; ugualmente sterile sarebbe però la persona che volesse condividere i suoi talenti senza fondarli su una solida base spirituale. Solo in questo modo i doni condivisi saranno in grado di dissetare, sanare, esortare, far crescere nella fede, dare speranza, riempire di amore. Bernardo teme la superficialità e per questa ragione definisce la per- sona saggia come colei che è capace di essere conca, vasca, piuttosto che canale. Il canale, infatti, nel momento in cui riceve riversa, mentre la conca raccoglie, aspetta di essere piena e comunica della sua abbondanza. Purtroppo, è l’amara constata- zione di san Bernardo, si hanno nella Chiesa molti più canali che conche; molte più persone che vo- gliono trasmettere ciò che non hanno, insegnare quanto non hanno imparato, parlare prima di ascol- tare, indicare ad altri cammini che non si sono mai percorsi, né si saprebbe come iniziare a esplorare. Dai tempi di Bernardo, passando per quelli di Giu- seppe Allamano fino ad arrivare ai giorni nostri, le cose non sono cambiate più di tanto. Risuonano profetiche ed attuali le parole dell’esortazione apo- stolica Evangelii Nuntiandi , scritta ormai quasi 40 anni fa e giustamente riproposta con insistenza in questi ultimi tempi, in cui papa Paolo VI ricordava a tutti come, in materia di evangelizzazione, il mondo fosse molto più interessato all’ascolto dei testimoni piuttosto che dei maestri (EN 41). Le persone che incontriamo sono completamente disincantate nei confronti di parole pur belle ma vuote. Le parole piene, al contrario, sono quelle che non girano semplicemente nella bocca, ma ri- cevono la loro forza dal cuore. La conca in cui sono custodite le rende cristalline e pure, permette ai detriti di depositarsi sul fondo lasciando che le MC RUBRICHE # In basso a sinistra : canale per l’ossigenazione dell’acqua a Mukululu, Kenya. Qui a sinistra : passamano (anche questo è essere canale!) di mattoni a Matembwe, Tanzania.
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