Missioni Consolata - Luglio 2014

tiva visionaria dedicata ai designers che si trovano ai confini del mondo». «Il riciclo e la valorizzazione della cul- tura maliana sono alla base del mio lavoro», spiega Ousmane mentre mo- stra ai visitatori le sue opere, sedie e poltrone fatte con corna bovine recu- perate presso i macelli. I lavori di Ou- smane, insieme alle sculture di me- tallo riciclato di Sidiki e ai manufatti di tessuti e colori naturali realizzati da Aboubakar con le tecniche dei mae- stri della tradizione tessile del Mali, proiettano scorci di Sahel e di Sahara sullo sfondo di cemento, asfalto e metallo di una metropoli del Nord del mondo. Milano e il suo cammino multiculturale passano anche da qui. Chiara Giovetti di circa quaranta euro. Presso la struttura sono disponibili un centro d’ascolto, che l’anno scorso ha rice- vuto oltre settecento richieste d’aiuto, un servizio docce e guarda- roba per le persone che non è possi- bile ospitare, un centro medico e di assistenza psicologica, un’area di as- sistenza legale, i servizi di formazione e avviamento al lavoro, una biblio- teca e un centro anziani. Gli utenti ai quali, in dieci anni di attività, la Casa si è rivolta sono membri delle comu- nità rom, migranti, persone senza di- mora, detenuti ed ex detenuti, an- ziani e pazienti affetti da problemi di salute mentale. Ma oltre all’accoglienza e assistenza quotidiane, la fondazione che gesti- sce la Casa , promuove un lavoro di ri- flessione sui temi e i problemi che emergono nella realtà metropolitana. Don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione Casa della carità dal 2004, sceglie Hannah Arendt, Marc Augé e Zygmunt Bauman per guidare l’interlocutore nel percorso di ap- profondimento che la Fondazione sta portando avanti: parla di «diritto di difendere i diritti» e di «vite di scarto», le vite di coloro che il pro- cesso di globalizzazione ha spinto ai margini e ridotto a rifiuti umani. «Serve una diversa visione strategica delle periferie», dice don Colmegna, «che vanno guardate non come i nonluoghi dove si manifesta il biso- gno, ma come spazi di complessità e conoscenza. Il fenomeno migratorio ci sta cambiando e, insieme all’impe- gno quotidiano dell’accoglienza, il la- voro culturale è fondamentale». Don Colmegna si sofferma su un tema particolare: su cento persone assistite dalla Casa , quaranta sono passate dai servizi di salute mentale. «Le sofferenze patite durante il tra- gitto migratorio, le esperienze – vis- sute specialmente dalle donne – di devastazione nel corpo, i traumi le- gati all’impatto religioso e culturale sono le principali cause dei problemi mentali delle persone che acco- gliamo». A poche decine di metri dalla Casa della carità , via Padova comincia ad animarsi per il traffico dell’ora di punta serale; la luce rosa di uno dei primi tramonti primaverili si diffonde sui muri della galleria T12 Lab di via dei Transiti, dove gli artisti maliani Ousmane Garba Kounta, Aboubakar Fofana e Sidiki Traoré espongono i loro lavori nell’ambito della piat- taforma Nomad Extreme , «un’inizia- Cooperando… 72 MC LUGLIO 2014

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