Missioni Consolata - Luglio 2014
I l 2015 sarà un anno cruciale per- ché forse, il punto di domanda è d’obbligo in una situazione mon- diale tanto turbolenta e densa di incertezze, le Nazioni Unite torne- ranno a essere un luogo dove ragio- nare e decidere sui veri problemi del mondo. L’occasione sarà data dalla nuova Agenda per lo sviluppo che i governi dovranno discutere e appro- vare dopo la scadenza degli Obiettivi del Millennio. Come molti ricordano, gli Obiettivi sono stati individuati nell’Assemblea generale del 2000, quando la trage- dia delle torri gemelle non si era an- cora compiuta e l’Onu era conside- rata, dopo il crollo dell’impero co- munista e la fine del bipolarismo, un luogo di rappresentanza e di nego- ziato in grado di dare una risposta ai bisogni vecchi e nuovi dell’umanità. L’allora Segretario generale Kofi An- nan aveva chiesto ai governi di pas- sare dalle parole ai fatti indivi- duando, tra i molti documenti dei summit per lo sviluppo celebrati nel decennio precedente, otto obiettivi concreti, chiari, misurabili, da rag- giungere entro una scadenza presta- bilita: il 2015 appunto. Nel 2002, non appena si sono smor- zati gli echi della tragedia dell’11 settembre che in quel periodo aveva completamente catalizzato l’atten- zione e occupato l’agenda politica, Annan ha cercato l’avallo e il soste- gno dell’opinione pubblica, chia- mando i cittadini alla mobilitazione. Così migliaia di organizzazioni, Ong, sindacati, gruppi giovanili, scuole, amministrazioni locali e, per il loro tramite, milioni di uomini, donne e ragazzi hanno manifestato, sotto- scritto petizioni, promosso iniziative di pressione a favore degli Obiettivi. Tutti i paesi, dai più poveri ai più ric- chi, sono stati attraversati da questo fermento: possiamo considerare quella sui Millennium Goals , la più grande campagna di opinione mai realizzata. All’iniziativa intitolata «Stand Up» (alzati in piedi contro la povertà), organizzata una volta al- l’anno, hanno partecipato milioni di persone (si calcola che nel 2009 siano stati 44 milioni). Oltre a essere diventati il principale quadro di riferimento per politiche e programmi di cooperazione, gli Obiettivi sono stati il primo tenta- tivo di riassumere in un documento unitario le molteplici componenti dello sviluppo umano, coniugando istruzione e salute, tutela dell’am- biente e parità di genere, trasferi- mento delle tecnologie e commercio internazionale. B en prima della crisi economica, la campagna ha evidenziato il carattere globale dei problemi: la povertà e la fame non riguardano solo i paesi del Sud del mondo, ma richiedono uno sforzo congiunto, le pandemie come l’Aids, la tuberco- losi o le altre malattie contagiose non si fermano alle frontiere, ma possono colpire gli abitanti del mondo intero; l’emergenza clima- tica e l’esaurimento delle fonti ener- getiche non minacciano solo i paesi industrializzati, ma accrescono le difficoltà economiche dei paesi pro- duttori di materie prime. Nonostante la drammatica battuta d’arresto negli sforzi per combattere fame e povertà causata dalla crisi economica del 2008, gli Obiettivi del Millennio hanno prodotto effetti po- sitivi. Secondo l’ultimo rapporto Onu di verifica, mezzo miliardo di persone è uscito dalla povertà asso- luta, l’88% dei bambini e delle bam- bine viene oggi iscritto alla scuola primaria, con tassi di incremento del 15% in Africa e dell’11% in Asia. Il tasso di frequenza scolastica delle bambine nei paesi emergenti è sa- lito dal 60% al 79%; 4 bambini su 5 vengono vaccinati, anche se il totale dei bambini sotto i cinque anni che muoiono ogni anno di malaria e al- tre malattie curabili è di 9 milioni; le morti delle partorienti sono dimi- nuite del 47% anche se sono ancora 287mila ogni anno, e di queste 50mila hanno meno di 19 anni. Gra- zie alla prevenzione e ai farmaci an- tiretrovirali, diminuisce il numero delle persone che contraggono il vi- rus Hiv e muoiono di Aids, mentre i morti per la malaria sono diminuiti di un quarto. Q uesti passi avanti sono il risul- tato dell’azione combinata di crescita economica, politiche governative, impegno della società civile e sforzo globale in favore degli Obiettivi del Millennio, dimostrando che, se gli obiettivi sono condivisi e si mettono in campo le risorse necessa- rie, i risultati arrivano. Nel 2015 gli Obiettivi scadono e si ri- schia un vuoto di iniziativa. Per que- sto le Nazioni Unite hanno pro- mosso il processo Beyond2015 (ol- tre il 2015), individuando i 12 Nuovi Obiettivi, a cui vale la pena di riser- vare la nostra attenzione nei pros- simi mesi. Sabina Siniscalchi 2015: VERSO I NUOVI OBIETTIVI DEL MILLENNIO Gli obiettivi per lo sviluppo sono in scadenza. In 14 anni hanno tenuto alta l’atten- zione su temi cruciali. Alcuni indicatori sono pure migliorati. Ma non basta. Occorre mantenere viva l’attenzione collettiva e attivare le coscienze. Eticamente di Sabina Siniscalchi, Fondazione Culturale Responsabilità Etica PERSONA, ECONOMIA, FINANZA 58 MC LUGLIO 2014
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