Missioni Consolata - Luglio 2014

MC ARTICOLI A colloquio con mons. Juan María Agurto Muñoz Da patrimonio di Chiloé a patrimonio dell’umanità Le chiese in legno dell’arcipelago di Chiloé sono divenute un simbolo a livello internazionale. Ma testimoniano anche un forte retaggio culturale, ricordando a tutti quanto può apportare la collaborazione gratuita di una comunità (nota come «minga»). Di questo e di altro abbiamo parlato con mons. Juan María Agurto Muñoz, vescovo di Ancud. A ncud (Chiloé). L’appuntamento è presso l’ex Convento dell’Immacolata Concezione. Qui ha sede la «Fondazione Amici delle Chiese di Chi- loé» ( Fundación Amigos de las Iglesias de Chiloé ). Nella ex cappella l’organismo ha allestito un piccolo ma pre- zioso museo dove i visitatori possono capire la storia e le tecniche della scuola di architettura in legno di Chi- loé, da cui sono nate le chiese dell’arcipelago. Mons. Juan María Agurto Muñoz è vescovo dal 2002: prima come coadiutore di mons. Juan Ysern de Arce, poi dal 2005 come vescovo titolare. Per l’intervista si ac- comoda in un contesto molto appropriato: davanti a una parete su cui sono appese una sequela di foto delle chiese di Chiloé. Oggi nell’arcipelago sopravvivono - stando ai dati della Fondazione - circa 70 chiese in le- gno, 16 di esse sono state dichiarate «patrimonio dell’u- manità». Monsignore, il nome di Chiloé deriva da un termine huilliche . Cosa rimane oggi dei popoli originari di questo arcipelago? «Una volta era vergognoso ammettere le proprie radici indigene, oggi per fortuna è vero il contrario. Quando gli spagnoli arrivarono a Chiloé, c’erano dei popoli origi- nari: Chonos, Cuncos e soprattutto gli Huilliches, che vengono considerati i Mapuches del Sud, quelli relazio- nati con il mare (anche se - a essere sinceri - molti Huil- liches non vogliono essere assimilati ai Mapuches). Pur- troppo questa diversità culturale non è stata ancora ac- cettata dalla nostra Costituzione. Sarebbe un passo fon- damentale per la riconciliazione e l’eguaglianza nel paese. Per dirla con uno slogan, occorre coniugare la di- versità nell’unità. Per quanto mi riguarda, io sono un meticcio, una mescola di sangue spagnolo e mapuche». In un arcipelago come quello di Chiloé le problema- tiche della salute e dell’educazione sono ancora più sentite che nel resto del paese... «Chiloé è frammentata in un insieme di isole. Per chi vive nelle isole più piccole andare ai centri di salute è una grande sfida, soprattutto nella stagione fredda. Debbono recarsi agli ospedali di Castro o di Ancud o a Puerto Montt, sul continente, se c’è necessità di un con- trollo particolare. Nel maggio 2013, a Quellón, ci sono state proteste per reclamare una sanità degna. A par- tire da lì si sono organizzate manifestazioni in tutta l’i- # Mons. Juan María Agurto Muñoz, vescovo di Ancud, e la facciata della chiesa di Achao.

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