Missioni Consolata - Luglio 2014
MC ARTICOLI LUGLIO 2014 MC 15 # Da sinisitra : una commerciante nel centro della capitale, con il suo cellulare. Centro di Hargeisa, preghiera in mezzo a mucchi di banconote. Mandria di cammelli fuori della capitale. Sotto : donna al mercato del bestiame. Bestiame e rimesse Per il momento, il «petrolio» del Somaliland consiste in due risorse: quella principale è il bestiame, cammelli, bovini e capre, che da qui, e dalla zona di confine con l’E- tiopia, fluisce verso l’Arabia Sau- dita e lo Yemen attraverso il porto di Berbera: una ricchezza che vale quasi il 30% del prodotto interno lordo (appena un miliardo e quat- trocento milioni di dollari, il quarto più basso del mondo per reddito procapite) e impiega circa il 25% della forza lavoro, sia uo- mini che donne, ma che è estre- mamente dipendente da variabili esterne. Così, il bando imposto tra il 2001 e il 2009 dall’Arabia Sau- dita all’importazione di bestiame per motivi sanitari fu un duro colpo per l’economia del paese. Oggi, i casi di Mers ( Middle east respiratory syndrome ) rilevati nella penisola Arabica e legati ai cammelli fanno temere un giro di vite sulle esportazioni future. An- che l’altra risorsa cruciale, le ri- messe internazionali, che tiene a galla il paese, dipende dagli equili- bri internazionali. Il gigante locale nel settore, Dahabshiil, fondato negli anni ’70 da Mohamed Duale e oggi guidato dal figlio Abdirashid, è una delle avventure imprenditoriali d’Africa di successo. Da qui transitano gran parte dei circa 500 milioni di dol- lari (cifra stimata) inviati dai mi- granti per sostenere famiglie e bu- siness. Per operare in Europa, tut- tavia, le agenzie di rimesse devono appoggiarsi a un’istituzione banca- ria riconosciuta. Nel 2013, la banca Barclays, che consente a Dahabshiil di operare in Gran Bre- tagna, aveva annunciato la chiu- sura dei conti per incapacità di monitorare le transazioni. Solo dopo una mobilitazione di massa di intellettuali e attivisti la misura è stata revocata. «Anche se non siamo riconosciuti, il Somaliland è un paese davvero globale», dice Mohamed Behi Yo- nis, il ministro degli Esteri. «In tanti qui hanno doppio passa- porto. Vanno in Europa o negli Stati Uniti, acquisiscono la cittadi- nanza e poi tornano indietro». In effetti, pur dalla sua posizione marginale, il Somaliland non ha nulla da invidiare all’Etiopia per quanto riguarda le comunicazioni. Tutt’altro: le telefonate interna- zionali dal Somaliland sono le più economiche del mondo, e il set- tore delle telecomunicazioni, da cui dipendono i rapporti con la diaspora, è particolarmente dina- mico e innovativo. Ma il tema del riconoscimento internazionale ri- corre nelle conversazioni al mer- cato del bestiame Mahmoud Haybe o nei chioschi dove i Somali masticano khat , uno stimolante leggero che arriva ogni mattina dall’Etiopia. Il desiderio di essere uno stato come gli altri si scontra contro il dogma delle frontiere co- loniali a cui l’Unione Africana è ag- grappata, nonostante le sangui- nose eccezioni degli ultimi decenni (da ultimo, il Sud Sudan). Maggiori sono i progressi della Somalia, mi- nori sono le prospettive che il So- maliland conquisti un seggio al- l’Onu. Perfino la Turchia, uno dei maggiori partner del governo di Hargeisa, è allergica ai separati- smi. «Stiamo lavorando a livello diplomatico per dimostrare che il Somaliland può essere un prezioso partner internazionale», dice an- cora Behi Yonis. «Siamo riusciti a evitare la guerra e a contenere il terrorismo. Possiamo contribuire al bene della Somalia. Ma il nostro futuro è l’indipendenza». Gianluca Iazzolino Questo servizio è la prima puntata del- l’inchiesta sul mobile money intitolata: « Riuscirà il denaro del futuro a ren- dere la povertà un problema del pas- sato? ». L’inchiesta è finanziata nell’ambito del programma Innovation Development Re- porting dell’ European Journalism Cen- tre . www.journalismgrants.org . Sul sito di MC saranno disponibili i video.
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=