Missioni Consolata - Giugno 2014

DAI LETTORI Cari mission@ri GIUGNO 2014 MC 5 tiumal n. 14. L’essere cri- stiano non è una questione di etichetta e il battesimo non è un’assicurazione. È invece una vita vissuta nel- la libera accettazione e pratica di un dono di amo- re. Come già detto, anche chi non hamai conosciuto Ge- sù ha la capacità «umana» di relazionarsi con Dio e vi- vere una vita degna del suo Creatore. La situazione, invece, è ben diversa per chi, pur sapendo, rifiuta, si oppone o addirittura combatte sia Gesù e che la comunità dei suoi discepoli e testimoni ( vedi l’articolo di pag. 63 dove si distingue bene tra religione e fondamentali- smo). Lo stesso vale per chi, pur dichiarandosi cri- stiano, non pratica affatto e vive un cristianesimo di forma e facciata, ma non di sostanza. È vero: «tutti sono salvati in Cristo», perché Gesù si è incarnato, ha patito, è morto e risorto per tutti gli uomini e tutto il creato. Ma non tutti si salvano, perché la «salvezza» non funziona come gli aggiornamenti del computer che si appli- cano automaticamente. È invece una relazione, un incontro con Dio in Gesù Cristo che coinvolge una risposta libera e respon- sabile, non di unmomen- to, ma di una vita. Si è sal- vati, sì, ma il vivere da sal- vati è una scelta, una risposta libera a un atto di amore. Per questo un uomo non può essere cristiano per paura. Gesù ci ha liberato dallemaglie dei regola- menti, leggi e precetti. Ci ha dato un solo comanda- mento: «Amate Dio e ama- tevi come io vi ho amato». Dove c’è Amore non c’è posto per la paura. OGNI PROMESSA È DEBITO Sono Paolo Farinella, il prete di Genova che in questi anni ha tenuto la rubrica biblica «Così sta scritto» e che i lettori hanno avuto la pazienza di seguire, mi pare con qualche profitto. Vi ave- vo promesso la rubrica in primavera, ma non sono in grado di mante- nere la parola. Ho qual- che problema di salute che mi porta via molto tempo per ospedali e non riesco più, per ora, a seguire gli impegni di scrittura che esigono tempo, meditazione, ri- cerca e studio. Chiedo ai lettori di MC di avere an- cora un po’di pazienza che non sarà delusa, se Dio lo concederà. Per la città di Genova, infatti, sto preparando un «cor- so biblico» sulla forma- zione della Bibbia (storia del testo) con lettura ed esegesi delle parti più importanti. Se la Dire- zione di MC è d’accordo, vorrei condividere il la- voro con i lettori. Penso che si potrebbe partire con questo nuovo pro- getto dal mese di gen- naio del 2015, come dire dopo domani. Prima non è possibile. Chiedo scu- sa, ma penso che sia meglio un tempo di si- lenzio e di fatica e fare bene ciò deve essere fatto, piuttosto che fare in fretta e abborraccia- re. In attesa di rivederci sulla nostra rivista, un caro e affettuoso ab- braccio a tutte le lettrici e a tutti i lettori, ovun- que essi siano. Con af- fetto, Paolo Farinella, prete 10/4/2014 I NON CRISTIANI SI SALVANO? (2) Ho letto la sua risposta (MC aprile 2014, p. 6) e non la condivido tanto. Probabilmente ho biso- gno di più umiltà nel- l’accettare la realtà e il mistero. Ma non riesco a combaciare le diverse verità sull’argomento in- ferno. Forse sono vitti- ma d’insegnamenti sba- gliati, di retaggi duri a morire nei fedeli, ma le dirò che il racconto di un esorcismo ( da un libro che racconta di fatti del 1978 ), dove un’anima dannata sotto comando risponde che «tante ani- me vanno all’inferno perché fanno svogliata- mente il loro dovere, si intiepidiscono e poi...», mi ha colpito. Poi sono andata a legge- re le indicazioni Lumen Gentium, al n.14 che lei non ha citato. Lì, a pro- posito dei «fedeli cattoli- ci», è scritto che «Perciò non possono salvarsi quegli uomini, i quali, pur non ignorando che la Chiesa cattolica è sta- ta fondata da Dio per mezzo di Gesù Cristo come necessaria, non vorranno entrare in essa o in essa perseverare. […] Non si salva, però, anche se incorporato al- la Chiesa, colui che, non perseverando nella ca- rità, rimane sì in seno alla Chiesa col “corpo”, ma non col “cuore”. Si ricordino bene tutti i figli della Chiesa che la loro privilegiata condizione non va ascritta ai loro meriti, ma a una specia- le grazia di Cristo; per cui, se non vi corrispon- dono col pensiero, con le parole e con le opere, non solo non si salve- ranno, ma anzi saranno più severamente giudi- cati». Buona Santa Pa- squa Piccola figlia della Luce 11/4/2014 Premetto che con la lettri- ce abbiamo scambiato di- verse email, e in questa pagina è stato sintetizzato in poche righe (lo spazio è tiranno) il punto essenzia- le del nostro dialogo. Ri- mane aperto un secondo punto, su cui torneremo il prossimo numero, a Dio piacendo. Ho anche omesso il titolo del libro da cui la lettrice ha tratto la testimonianza di un’anima dannata non perché il sottoscritto non creda all’esistenza del dia- volo, ma perchémolte di queste storie - su cui spe- culano questo tipo di pub- blicazioni - non riflettono il sano insegnamento della Chiesa e fanno sensazio- nalismo e terrorismo spi- rituale. Forse qualcuno pensa che si debba essere cristiani per paura. Io pre- ferisco pensare che lo sia- mo per amore. Nellamia risposta prece- dente dicevo due punti di fondo: 1. Tutti gli uomini sono salvi per volere di Dio, che hamandato il suo Figlio Gesù proprio per questo. 2. Ogni uomo è im- magine di Dio e risponde a questo dono nellamisura in cui vive una vita retta secondo coscienza (anche se non conosce il messag- gio cristiano). Con questo non ho voluto dire che «nessuno va al- l’inferno» e non sono en- trato inmerito alla vita di chi si dichiara cristiano, ma da cristiano non vive. Neppure ho toccato l’argo- mento dei non cristiani che, pur conoscendolo, ri- fiutano apertamente e co- scientemente il Vangelo. Concordo pienamente con il testo della Lumen Gen-

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