Missioni Consolata - Giugno 2014
commerciali sicure e, al con- tempo, allargare la propria sfera di influenza. Una delle principali e naturali val- vole di sfogo di questa politica sono i mari che si aprono ad est delle coste cinesi. Il controllo di queste distese d’ac- qua chiamate comunemente Mar cinese orientale e Mar cinese me- ridionale (ma sempre più spesso queste denominazioni vengono contestate dai paesi che nutrono gli stessi interessi della Cina) e delle minuscole isolette che si er- gono sulla superficie marina sono oggi più che mai oggetto di con- tenzioso tra la Cina e gli stati con- finanti. Non importa quanto grandi siano queste isole - a volte si tratta solo di semplici scogli o affioramenti inadatti anche a costruirvi un mi- nuscolo monolocale - l’impor- tante è piantarvi la propria ban- diera nazionale per stabilire la so- vranità e poter sfruttare le risorse energetiche e ittiche entro le ac- que che le circondano. Secondo la United Nations Con- vention on the Law of the Sea (Unclos), ogni nazione ha esclu- sivo diritto di sfruttare le risorse comprese entro 200 miglia nauti- che (320 km) dalle proprie coste. Ma cosa accade quando i limiti di queste 200 miglia nautiche si so- vrappongono con quelle di altre nazioni? Non vi è una specifica legge internazionale che regola la questione e il problema viene de- mandato ai rapporti dei singoli stati che, come è logico preve- dere, non hanno facile risolu- zione. È il caso delle rivendicazioni nel Mar cinese orientale, dove Cina, Taiwan e Giappone reclamano l’amministrazione delle isole Senkaku/Daiyou (anche il nome delle isole varia a seconda dello stato che le reclama) e nel Mar necessita di ben altro. Il principale problema, però, è che il 52% del petrolio importato dalla Cina proviene dal Medio Oriente, regione continuamente sconvolta dalle continue tensioni politiche. Ciò ha indotto il go- verno di Pechino a cercare altre fonti di approvvigionamento che permettano di guardare con più tranquillità al proprio futuro. Il reperimento di queste nuove fonti energetiche deve necessa- riamente passare attraverso una maggiore incisività politica e di- plomatica che, per la dirigenza ci- nese, si traduce in un rafforza- mento del proprio apparato mili- tare per rendere le nuove rotte CINA 26 MC GIUGNO 2014 © AFP / Noel Celis © Global Military Review # A sinistra : una nave militare Usa arriva nelle Filippine in vista delle esercitazioni navali congiunte nei pressi delle isole Spratly. In basso (sulla mappa) : la posizione geogra- fica delle isole Paracel, Spratly e Senkaku. Qui sotto : la portaerei cinese Liaoning.
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