Missioni Consolata - Giugno 2014

GIUGNO 2014 MC 25 CINA di PIERGIORGIO PESCALI D alla fine degli anni Ottanta lo sviluppo economico della Cina sembra inarre- stabile. Per sostenere que- sta crescita ed i consumi del suo miliardo e mezzo di abitanti la na- zione è costretta a cercare conti- nuamente nuove fonti di approv- vigionamento energetico e, con- seguentemente, a sviluppare la propria sfera di influenza. Nel 2009 un rapporto della Iea ( International Energy Association ) ha evidenziato che la Repubblica Popolare era divenuta il maggior consumatore al mondo di energia sorpassando gli Stati Uniti e le proiezioni riportano che entro il 2030 la richiesta raddoppierà. Nonostante la crisi della centrale giapponese di Fukushima, la diri- genza del Partito comunista non ha ritoccato i propri programmi nucleari: i 20 reattori in funzione ed i 28 in costruzione porteranno l’energia fissile prodotta a coprire il 6% del fabbisogno energetico nazionale entro il 2020, mentre gli impianti eolici colmeranno il 12% delle richieste. In attesa che l’energia prodotta da fonti rinnovabili, di cui Pechino è strenuo sostenitore, possa in- fluire significativamente sulla sua politica industriale, l’economia del paese deve sorreggersi sui de- rivati fossili. Il carbone, però, che attualmente sopperisce al 69% della domanda energetica, crea enormi problemi sia dal punto di vista ambientale che sociale a cui si dovrà trovare rimedio a breve termine. Il petrolio e il gas naturale, che soddisfano il 22% del consumo energetico, sembrano essere, al- meno a breve termine, la solu- zione meno invasiva e più a por- tata di mano. Myanmar, Bhutan, Nepal, Laos sono stati dei serba- toi energetici che hanno soppe- rito alla fame di megawatt dell’in- dustria cinese, ma la mastodon- tica macchina economica, che da- gli anni Novanta marcia ad un ritmo impressionante di sviluppo, L’ESPANSIONISMO CINESE La fame d’energia della Cina non conosce pause. Per esaudirla Pechino non si ferma davanti a nulla. Lo sanno tutti i paesi confinanti che si affacciano sul Pacifico: Vietnam, Giappone, Filippine, Malesia, Indonesia, Taiwan. Con essi la superpo- tenza fa la voce grossa pretendendo le isole Paracel, Spratly e Senkaku. Sotto i mari meridionali e orientali si celano riserve di idrocarburi, che Pechino vuole tutte per sé. LE GUERRE DEI MARI ORIENTALI # In alto : un grande peschereccio cinese in partenza per le isole Spratly dal porto di Danzhou, nella provincia di Hainan. © AFP / Str

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