Missioni Consolata - Giugno 2014

GIUGNO 2014 MC 21 babilmente è scappato. Mi chiede un lecca lecca. La prima volta che mi vide era spaventato e non vo- leva farsi toccare, però alla vista della strana caramella caddero tutte le barriere, e da allora, quando mi incontra mi prende la mano cercando la caramella. Lo accompagno a casa affidandolo alla vicina, e noi proseguiamo. Ci inoltriamo in sentieri nascosti dal mahindi (mais) già alto. La vege- tazione sembra aver risucchiato il paesaggio. Il profumo della terra bagnata mi accompagnerà per questi mesi. Al cospetto del capo Seguo Richard con passo svelto su e giù per i sentieri, affollati da case nascoste dal verde. Il sole si sveglia all’improvviso. È forte, ti- pico segno che pioverà ancora. Come una lucertola mi lascio bru- ciare la pelle ingrigita dalla piog- gia. Arriviamo alla dimora del capo villaggio. Un impasto di fango e terra rossa ricopre la casa imbian- cata da disegni e scritte di ringra- ziamento. Babu (nonno) Aldo Kahemela è seduto a far asciu- gare le ossa bagnate dall’umidità delle montagne. Ultra ottan- tenne, con sguardo curioso ci dà il benvenuto nel suo villaggio e ci presenta la grande famiglia. Figli, nipoti e pronipoti di tutte le età ci accerchiano con sorrisi e offerte di ogni tipo, dalla polenta al pombe , il tipico fermentato alco- lico ricavato dalla canna da zuc- chero o dal mais. L’ospite, anche inatteso, qui è visto come una be- nedizione. Janeth mi saluta porgendomi la sua unica mano ricoperta da calli, l’altra è ridotta a un mon- cherino bruciato che sembra un uncino. È babu Aldo a parlare per primo: «Lei è mia nipote, la figlia di mio fratello. Ha iniziato a cadere quando era una ragaz- zina. Abbiamo capito che era quella malattia perché la kifafa è la maledizione delle nostre mon- tagne. E negli anni Janeth è peg- giorata, tanto da cadere più volte al giorno». «Ho avuto un attacco così forte che sono ca- duta nel fuoco e quello che resta di questa mano ne è il risultato. Non mi hanno portata in ospe- dale perché era troppo lontano ma mi ha cucita il guaritore tra- dizionale del villaggio» continua Janeth. «Se prendo le medicine mi accorgo quando sto per avere una crisi. Una ventata di calore m’invade tutta, ogni parte del corpo inizia a tremare e la testa gira così forte che perdo i sensi. In quei momenti, se sono co- sciente, cerco di sdraiarmi a terra per non cadere e non farmi

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