Missioni Consolata - Maggio 2014
70 MC MAGGIO 2014 mentano il rischio di carcinoma mammario sono il menarca precoce e la menopausa dopo i 55 anni. Se- condo vari studi, ogni anno di ri- tardo nella comparsa del menarca ridurrebbe il rischio di tumore mam- mario del 20%, mentre le donne che entrano in menopausa prima dei 45 anni avrebbero un rischio inferiore del 50%, rispetto a quelle che pre- sentano la menopausa dopo i 55 anni. D iversi studi hanno eviden- ziato che il consumo di oltre 30 grammi al giorno di alcol è associato ad un aumento del rischio di carcinoma mammario di 1,5-2 volte, indipendentemente dal tipo di bevanda. In ogni caso i tu- mori mammari ascrivibili al consumo di alcol sarebbero circa il 5% del to- tale. Le radiazioni ionizzanti sono un altro fattore di rischio per questo tumore, che è risultato elevato tra le donne sopravvissute alla bomba atomica e all’esplosione della cen- trale nucleare di Chernobyl nel 1986, tra le pazienti trattate con raggi X per una mastite post-par- tum e tra le pazienti sottoposte a molteplici fluoroscopie, nel corso della cura per la tubercolosi. Esiste una percentuale di popola- zione intorno allo 0,1-0,6%, che pre- senta mutazioni genetiche a carico dei geni BRCA1, BRCA2, HER2 e p53. Si stima che nei Paesi occidentali, il 10% dei tumori mammari sia ascrivi- bile ad una o più di queste muta- zioni. Ciò significa che nelle famiglie in cui si sono verificati più casi di tu- more mammario, è consigliabile ef- fettuare un test genetico, per predi- nuove formulazioni a base di estra- diolo e nomegestrolo sembrano avere minori effetti sul tessuto mammario, in termini di rischio. Un aumento del rischio di tumore mam- mario è risultato essere correlato alla terapia ormonale sostitutiva somministrata in menopausa, al fine di contrastare gli effetti della fisiolo- gica riduzione degli ormoni sessuali. Alcuni dati epidemiologici hanno di- mostrato un aumento del rischio di carcinoma mammario sia a seguito della somministrazione esogena di estrogeni con la Tos, sia nel caso del- l’aumentata conversione periferica di androgeni surrenalici in estrogeni, nelle donne obese. Dopo la meno- pausa, la maggiore fonte di estro- geni è il tessuto adiposo, infatti molti studi hanno dimostrato che il rischio di tumore mammario è supe- riore nelle donne in menopausa in sovrappeso oppure obese, rispetto alle normopeso. Altri fattori che au- sporre un piano di prevenzione ac- curato, dal momento che avere una parente di primo grado (madre, so- rella, figlia) con una storia di carci- noma mammario aumenta il rischio di contrarre il tumore di circa l’80%, avere due parenti colpite lo au- menta di circa 3 volte e con 3 o più parenti colpite, il rischio diventa quadruplo, rispetto a quello della popolazione generale. La mutazione del gene BRCA1 accresce maggior- mente il rischio di tumore mamma- rio, mentre quella del gene BRCA2 è meno legata all’aumento di rischio del tumore mammario, ma si correla a quelli per tumore ovarico, delle tube, di melanoma e, nell’uomo, della prostata. La positività per mu- tazioni a carico del gene BRCA1 ha recentemente indotto Angelina Jo- lie, attrice di fama internazionale, a sottoporsi alla mastectomia radicale bilaterale preventiva, seguita da chi- rurgia plastica ricostruttiva, al fine di scongiurare l’insorgenza del tumore, che aveva già ucciso in passato sua madre e sua sorella. L’attrice ha inol- tre annunciato che sta per sotto- porsi anche all’asportazione preven- tiva delle ovaie. Va detto che la ma- stectomia preventiva riduce il rischio di tumore mammario al 5%, ma non lo azzera completamente, data l’im- possibilità di essere certi di avere asportato tutto il tessuto mammario (la mammella non ha confini netti). Sebbene nessuna alternativa sia in grado di abbattere il rischio come la mastectomia preventiva, tuttavia si possono percorrere altre strade come il monitoraggio intensivo con mammografia e risonanza magne- tica ogni anno a partire dai 30 anni, Madre Terra
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