Missioni Consolata - Maggio 2014
gico cui tanti intellettuali da sa- lotto ci hanno abituato, con la sua vita e i suoi scritti ci ha lasciato un esempio alto di antimperialismo vissuto, di amore integrale per gli oppressi del mondo, di dedizione a un ideale pratico di giustizia e di emancipazione. In lui il gusto della vita semplice, l’amore per gli uomini si fa spesso poesia». Mai imporre Come operatore della coopera- zione, come occidentale che porta conoscenze e finanziamenti per realizzare progetti nel Sud del mondo, Eugenio si trovava spesso di fronte al dilemma di come in- tervenire per migliorare la situa- zione nel rispetto della cultura lo- cale, senza imporre una cultura «altra». «Eugenio aveva il mas- simo rispetto delle culture e non voleva imporre niente. Interve- nire senza distruggere la cultura tradizionale, se possibile dando strumenti per vivere meglio la loro cultura locale. Questo è un grande insegnamento che mi ha dato e che è sempre valido per i giovani di oggi» ricorda Ferruccio. Forse anche per questo era molto apprezzato dagli africani: «Non ho mai sentito critiche osserva- zioni contro il suo atteggiamento, anche quando c’erano dei con- flitti. Eugenio affrontava il con- flitto con caparbietà e con l’obiet- tivo di risolverlo attraverso il con- fronto e la discussione per tro- vare una soluzione concordata. Il conflitto veniva superato e i locali lo rispettavano molto per questa sua capacità di negoziatore e di affrontare il problema senza la- sciarlo in sospeso. Talvolta op- tava per lasciare passare un po’ di tempo, ma non voleva mai im- porre soluzioni». Continua Ferruccio Stella: «Spesso nei progetti di sviluppo, chi ha un ruolo di responsabilità o potere nel territorio in cui si la- vora cerca di orientare le risorse per soddisfare i propri interessi. Su questo Eugenio era rigido e ciò era causa di conflitti con funzio- nari e capi villaggio. Il suo inse- gnamento è stato di combattere qualsiasi realizzazione che non andasse nel senso di una totale correttezza nell’utilizzo dei fondi». Racconta l’imprenditore Luciano Cervone, coinvolto in un progetto in Senegal: «Ricordo di Eugenio le sorde e diuturne battaglie per ga- rantire l’onesta e l’appropriata uti- lizzazione dei fondi stanziati, sot- traendoli alle manomissioni e alle Scrive Borghi: «(…) nel com- plesso, credo che raramente un occidentale abbia dimostrato una così totale capacità di immergersi e immedesimarsi nella cultura profonda di popoli lontani. Euge- nio, che non amava le ostenta- zioni di antimperialismo ideolo- AFRICA-ITALIA © AfMC / Marco Bello © AfMC / Marco Bello
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