Missioni Consolata - Maggio 2014
# Sotto : l’incontro di dicembre 2013 tra Michelle Bachelet e i vescovi cileni, capeggiati da mons. Ezzati. esperienza, ma anche più aspet- tative da soddisfare. Ha affron- tato la campagna elettorale sotto lo slogan Chile de todos , promet- tendo più ospedali pubblici, più educazione pubblica, più demo- crazia e diritti umani 4 . Mons. Ez- zati ha incontrato la presidenta eletta il 16 dicembre. Che vi siete detti?, domandiamo. «Dato che la sua coalizione va dal partito comunista alla democra- zia cristiana, le abbiamo chiesto di non avere il timbro di un par- tito o di una determinata ideolo- gia, ma soltanto quello del bene comune. Le abbiamo chiesto che la sua politica sia illuminata dai grandi valori dell’umanesimo. Le abbiamo chiesto di essere presi- dente di tutte e tutti i cileni e di mettere il potere al servizio dei poveri e di quelli che hanno più bisogno come gli anziani e i bam- bini. Abbiamo infine parlato di temi molto concreti: la giustizia distributiva, la famiglia, l’educa- zione». Già, l’educazione, tema caldo, caldissimo nel paese. «Capisco gli studenti» Il Cile ha conosciuto molte riforme dell’educazione. Quella di Allende - si chiamava «Scuola na- zionale unificata» ( Escuela nacio- nal unificada, Enu ) - non vide mai la luce. Poi ci furono le riforme di Pinochet - del 1981 e del 1990 (quest’ultima approvata nell’ul- timo giorno della dittatura) -, che portarono a una privatizzazione dell’istruzione. Infine, nel 2006 Michelle Bachelet varò una riforma (legge 20370 o Lge) che, nelle sue intenzioni, avrebbe do- vuto porre rimedio ai guasti delle precedenti. Senza però riuscirvi. Oggi la situazione è questa: la qualità dell’educazione pubblica è scarsa, mentre l’educazione pri- vata è molto cara (e spesso ina- deguata). Questo ha portato a un sistema educativo diseguale in cui molti studenti (e le loro fami- glie) debbono indebitarsi per po- ter studiare. Ecco spiegato perché in Cile, in questi anni, le uniche, vere prote- ste sociali sono nate proprio tra gli studenti. Prima (era il 2006) tra i giovani degli istituti supe- riori, poi (2011) tra quelli univer- sitari. La Chiesa cattolica cilena ha un ruolo rilevante nel sistema educa- tivo del paese. Vogliamo capire se questo suo essere parte in causa costituisca un impedimento per prendere posizione. Mons. Ezzati, lei condivide le proteste studen- tesche? «Senz’altro. Magari con qualche distinguo sulle loro mo- dalità. Una riforma del sistema 2014 dei 1.645 miliardari mon- diali, stilata da Forbes 2 , conta 12 cileni, appartenenti all’oligarchia storica (Fontbona, Horst, Matte, Falabella, Angelini Rossi, ma an- che Piñera, il presidente uscente). «È vero - conferma mons. Ezzati -: nel paese esiste un grande divario sociale tra persone che non hanno niente e vivono nella po- vertà (se non proprio nella mise- ria) e un gruppo minoritario di ci- leni che vive nell’abbondanza. Nel settembre 2012, in una let- tera pastorale 3 , come vescovi ab- biamo detto che lo sviluppo del Cile non può essere centrato sol- tanto su valori economici e so- prattutto che esso dovrebbe es- sere molto più partecipato, più solidale, più giusto. Questo è un paese di molte speranze ma an- che di tantissime sfide». Sfide che dovranno essere affron- tate da Michelle Bachelet, vinci- trice delle ultime elezioni con Nueva Mayoría , la coalizione di centrosinistra. Alla fine del primo mandato, nel marzo del 2010, lei aveva lasciato La Moneda con un alto indice di approvazione dei cittadini. Oggi Bachelet ha più CILE 52 MC MAGGIO 2014 © Comando Bachelet
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