Missioni Consolata - Aprile 2014
APRILE 2014 MC 77 nella libertà di espressione per- sonale. Nel secondo una inge- renza «laica» dello stato nella li- bertà di adesione alle convin- zioni religiose di alcune istitu- zioni private. In tutti e due i casi è in gioco anche un altro aspetto: quello del cosiddetto «spazio pubblico». In esso si devono poter manife- stare liberamente le proprie convinzioni. Nessuno, ovvia- mente, mette in discussione la libertà di farlo in privato. Ciò che costituisce problema è, invece, la dimensione pubblica della propria fede religiosa o della propria valutazione, anche cri- tica, della fede stessa. Non c’è dubbio, inoltre, che la fede biblica abbia un carattere pubblico, come sostiene la di- chiarazione pubblicata dal First Things . Lo stesso vale anche, e forse ancora di più, per l’islam. Ma tale «carattere pubblico» della fede può spingere una reli- gione a pretendere che la pro- pria concezione morale entri tout court nello «spazio pub- blico» rappresentato dalle norme dello stato? Probabilmente no. Si viole- rebbe, altrimenti, la sua laicità. Ma si violerebbe la laicità dello stato anche se, al contrario, lo «spazio pubblico» diventasse un luogo in cui la «religione non c’è», uno spazio religiosamente vuoto (cosa che occorrerebbe verificare se possibile, oltreché giusta), o un luogo in cui fosse possibile realizzare un’«etica ir- ligione biblica, invece, secondo la dichiarazione, ha un carattere essenzialmente pubblico e non può essere ridotta a un fatto pri- vato. «Non è affatto esagerato» prosegue il documento «vedere in questi sviluppi un movimento che cerca di spingere la fede re- ligiosa, e soprattutto le convin- zioni religiose e morali cristiane ortodosse, fuori dalla vita pub- blica». Dentro questo quadro espresso sul periodico conserva- tore, il fatto che lo stato renda obbligatoria, anche da parte delle istituzioni religiose, l’of- ferta gratuita di contraccezione, diventa un attentato alla costi- tuzione e ai diritti che essa rico- nosce. In particolare alla libertà religiosa, dato che tali imposi- zioni entrano nel campo della li- ceità della contraccezione ri- spetto alla quale cattolici e pro- testanti, pur non condividendo la stessa valutazione generale, concordano quando ci sia da ri- tenere abortivo, e quindi moral- mente inaccettabile, il ricorso alla «pillola del giorno dopo». Ingerenze confessionali, ingerenze laiche Cosa lega tra loro il dibattito sta- tunitense appena riferito e l’epi- sodio della London School of Economics ? Apparentemente nulla. In realtà entrambi riguardano la conce- zione di laicità dello stato e la li- bertà di espressione. Nel caso londinese viene stigmatizzata una ingerenza «confessionale» religiosa»: sia sotto forma di sa- tira irrispettosa, sia sotto forma di norme contrarie alle convin- zioni religiose. Laicità piegata ai propri fini Non si tratta di un nodo sem- plice da sciogliere. Ci sono casi in cui le norme con- trarie alle convinzioni religiose vengono considerate legittime anche dalla «destra religiosa», quando queste concordano con i suoi obiettivi. Per rimanere negli Usa, dove i problemi si presentano spesso in modo più evidente e, a volte, anche più acuto che in Europa, dal 2010 alcuni stati come il Tennessee, la Louisiana, l’Ari- zona - ma in molti altri si sta procedendo nella stessa dire- zione -, hanno introdotto norme che pongono restrizioni signifi- cative alla libertà religiosa delle comunità musulmane ed ebrai- che. In queste comunità infatti operano «tribunali» che appli- cano ai propri fedeli le leggi reli- giose, la sharia islamica e la ha- lakhah ebraica. Quando tali «tri- bunali» non garantiscono gli stessi diritti previsti dalla Costi- # Le testate dei periodici citati nell’articolo. | Qui sopra : il senatore repubblicano Usa Richard Mourdock. | Sotto : un cartello esprime l’urgenza della riforma sanitaria negli Stati Uniti, «Riformasanitaria ora». © thestar com
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