Missioni Consolata - Aprile 2014
Cooperando… 74 MC APRILE 2014 scuola ad almeno un centinaio di bambini delle elementari e medie, corsi di italiano per minori e adulti e laboratori artistici. Un progetto in corso, spiegano Fabrizio e Roberto, due degli educatori, è quello di giu- stizia riparativa (sul tema, dossier MC 12/2013 ) che nasce da una col- laborazione fra Asai, Polizia munici- pale e Tribunale dei minori. «Nei casi di bullismo e reati minori», spiega Fabrizio, «la collaborazione consente l’inserimento dei ragazzi in un percorso di volontariato obbliga- torio, mentre il Tribunale dei minori si occupa della mediazione con la vittima». «Quello che si cerca di fare qui, attraverso il progetto di giustizia riparativa come in tutte le altre atti- vità con i ragazzi» gli fa eco Roberto, «è di dare loro più strumenti per avere meno paura di ciò che vivono giorno per giorno. Abbiamo visto miglioramenti oggettivi in diversi casi di adolescenti problematici: se si liberano della paura cominciano piano piano a liberarsi anche della rabbia». Il lavoro con gli adolescenti si estende poi a quello con la comu- nità. Riccardo, anche lui educatore Ma i lati positivi dell’interculturalità in scuole come queste non man- cano: innanzitutto, i figli di stranieri hanno spesso sviluppato un grado di autonomia e maturità maggiore e si rivelano più rispettosi delle regole e più attentamente monitorati dai ge- nitori che non i bambini italiani, i quali vivono in quelle stesse aree degradate perché spesso apparten- gono a famiglie disagiate e proble- matiche. I pochi italiani che deci- dono liberamente di portare i figli in queste scuole, inoltre, lo fanno per una precisa volontà di preparare i loro bambini a vivere nella Torino che verrà e sono generalmente en- tusiasti dell’esperienza che i ragazzi, e loro stessi - spesso attivamente impegnati nei consigli d’istituto - stanno vivendo. Per quanto riguarda il doposcuola, molto attiva è l’Associazione anima- zione interculturale (Asai), già prota- gonista fin dagli anni Novanta dei primi e fruttuosi esperimenti di in- terculturalità a San Salvario. Nella sede di via Gené, a Porta Palazzo, il «Cantiere S.O.S.» (Scuola oltre la Scuola) offre, grazie ai suoi operatori e ai volontari, un servizio di dopo- Asai, racconta delle esperienze di coinvolgimento dei cittadini in quar- tieri come San Salvario ma non solo. L’obiettivo è creare una rete sul ter- ritorio che metta insieme le fami- glie, i commercianti, chiunque voglia spendersi per il quartiere, conoscere altre persone e vivere una realtà più integrata. Riccardo coordina un col- lettivo interculturale di giovani mu- sicisti che si chiama Barriera Repu- blic : «Anche un quartiere non facile come questo», spiega Riccardo, «è capace di generare senso di appar- tenenza. Ci sono ragazzi con grandi capacità come musicisti, video- maker, attori... Bisogna solo incana- lare queste loro abilità in modo che creino condivisione, confronto, in- clusione». Quanto agli immigrati adulti, è a loro che si rivolge l’offerta formativa (che comprende anche corsi di italiano) del «Centro territoriale perma- nente» per l’istruzione e la forma- zione in età adulta di Porta Palazzo (Ctp Parini). «Stiamo sperimentando una vera e propria emergenza alfa- betizzazione che, combinata con leggi complesse e con l’aumento della burocratizzazione, genera sem- pre maggior esclusione per tutti co- loro, e sono davvero tanti, che non sanno leggere e scrivere, non sono in grado di compilare moduli o di ac- quisire informazioni», avverte Rocco, uno degli operatori del cen- tro. Il Ctp Parini ha circa duemila utenti di cui un migliaio sono fre- quentanti. A un analfabeta occor- rono tre o quattro anni per arrivare al livello di alfabetizzazione A1 del quadro europeo (livello base). Molti, dopo aver raggiunto quel livello si rendono conto di quanto impor- tante sia lo strumento che prima non possedevano e decidono di con- tinuare a frequentare. Chiara Giovetti
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