Missioni Consolata - Aprile 2014
Finora lo sgombero di un campo, av- verte uno di loro che preferisce re- stare anonimo, ha spesso innescato un processo simile alla mitosi cellu- lare, ha portato cioè alla formazione di più campi sparsi. Inoltre occorre- rebbe sfatare alcuni miti: ad esem- pio il fatto che i Rom vivono nei campi per una questione culturale quando in realtà sono i primi a non volerli; oppure il pregiudizio per cui l’avversione al lavoro è un tratto ca- ratteristico dei Rom quando invece ci sono, ad esempio, casi di ragazze assunte come badanti o colf, le quali, fra l’altro, si guardano bene dal rivelare che vivono in un campo. In questi casi, l’inserimento lavora- tivo è avvenuto al prezzo del rinne- gamento della propria origine. Molto difficoltoso appare infine ri- dare vigore al patto scolastico in base al quale i Rom si erano impe- gnati a mandare i loro figli a scuola: molti Rom sembrano pensare che dopo quarant’anni di presenza in Italia, e nonostante la scolarizza- dell’accoglienza», continua don Clau- dio, «ma questo genera enormi stor- ture che oltretutto aumentano la tensione e l’insicurezza». Per non parlare di costi: un «centro di identi- ficazione e espulsione» (Cie) costa circa 45 euro al giorno per singolo in- dividuo trattenuto; un rimpatrio ar- riva a seimila euro. Le periferie e il degrado, conclude Curcetti, sono in fondo il fallimento di una società la cui amministrazione e la cui urbani- stica non sono state in grado di di- stribuire il disagio in modo da «di- luirlo» nel tessuto urbano, ma lo hanno concentrato e, in questo modo, amplificato. «Se in un condo- minio o in un quartiere ci sono set- tanta famiglie in condizioni economi- che dignitose e trenta disagiate, le prime possono più facilmente cer- care di andare incontro ai bisogni delle seconde e aiutarle a uscire dal disagio. Ma se le proporzioni sono invertite, come si può pensare che un trenta per cento di persone si fac- cia carico dei bisogni del settanta per cento? È ovviamente impossibile». I Rom La corrispondenza fra periferia e di- sagio si è andata allentando negli ul- timi decenni, ma resta attuale nel caso dei Rom. Dagli anni Settanta a oggi la provenienza delle popola- zioni rom presenti a Torino è cam- biata, ma le aree in cui risiedono sono rimaste le stesse: baraccopoli ai margini della città. Gli insedia- menti abusivi di Lungo Stura Lazio hanno visto, a partire dai primi mesi del 2014, un processo di graduale sgombero nell’ambito di un pro- getto che mira a coinvolgere le fami- glie stesse nello smantellamento delle baracche attraverso l’autode- molizione. Del programma fanno poi parte la sottoscrizione da parte dei Rom di un patto di emersione, l’ac- cettazione delle regole di convi- venza e legalità, la compartecipa- zione alle spese e l’inserimento in complessi di social housing , cioè so- luzioni pensate per le categorie che, prevalentemente per motivi econo- mici, non sono in grado di rispon- dere da sole ai propri bisogni abita- tivi. L’intervento di Lungo Stura Lazio, ol- tre ad aver provocato le ire degli esponenti della Lega («ai Rom le case popolari, ai torinesi la mini- imu», ha commentato un esponente torinese), suscita qualche appren- sione anche fra gli addetti ai lavori. zione dei bambini, per loro nulla è cambiato, perché continuare a im- pegnarsi? Imparare per non avere paura Se si guarda al settore dell’istru- zione, la situazione appare non meno articolata. In una scuola come la Gabelli di Barriera di Milano, sem- pre a Torino, gli alunni con genitori di origine straniera sono il settanta per cento e salgono al novanta per cento nelle prime classi. Siamo in un borgo storico caratterizzato dalle co- siddette case di ringhiera, dove gli affitti sono meno cari e per questo attirano famiglie a basso reddito, come spesso sono quelle dei mi- granti. Lavorare in scuole come la Gabelli o la vicina Pestalozzi richiede competenze specifiche e una profes- sionalità avanzata che permettano di gestire situazioni complesse come i casi delle iscrizioni ad anno iniziato, di livelli diversi di conoscenza della lingua italiana e di situazioni fami- Cooperando… 72 MC APRILE 2014
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