Missioni Consolata - Aprile 2014
APRILE 2014 MC 61 nale specializzato, perché in di- versi casi si riscontra una forte aggressività. Diversi edifici scolastici usati per i bambini degli sfollati e dei rimpa- triati sono fatiscenti e pericolanti: è il caso delle scuole primarie di Ndolomo e Gurba. Anche il liceo di Ndolomo è cadente. A Gangala e a Naparka le aule scolastiche sono insufficienti per accogliere tutti i bambini delle elementari. Inoltre le forniture scolastiche di base e i materiali didattici sono inesistenti. Un altro grosso pro- blema per i profughi è mangiare. Nei villaggi della zona manca il cibo necessario e soprattutto i bambini patiscono la fame. La maggioranza degli adulti coltiva dei piccoli orti nella boscaglia, lontano dai centri abitati per il ti- more di nuovi attacchi. Gran parte degli sfollati trascorre la notte in cattive condizioni, ri- parandosi dagli agenti atmosferici con materiali di scarto. Il problema è quello di aggiun- gere in sicurezza le zone più lon- tane della boscaglia e reperire tronchi e rami necessari per rea- lizzare capanne solide e capaci di proteggere tutta la famiglia. Inoltre, gli sfollati sono stati co- stretti a spostarsi molte volte per sfuggire agli attacchi violenti degli aggressori, perdendo di volta in volta i raccolti, i propri beni e per- sino il necessario per cucinare. L’Italia e Mission Nel luglio 2013 la Rai ha realiz- zato a Doruma alcune riprese per il controverso reality show Mis- sion , che poi è andato in onda nel gennaio di quest’anno. Ma la gente del villaggio e le autorità non sono state interpellate, in particolare oggi si lamentano di non aver visto le immagini prima che fossero utilizzate nel pro- gramma e mandate in onda (e neppure dopo peraltro). Dopo quattro anni di assenza ho trovato la situazione socio-econo- mica ancora difficile, nonostante un generale miglioramento della sicurezza. Grazie allo stato di pace, anche se precaria, la popolazione può lavorare nei campi e riesce a sopravvivere. Un grosso problema sono le strade di accesso, comple- tamente dissestate per cui la zona rimane isolata. Sulle infrastrutture il governo dovrebbe prendersi le sue responsabilità. Per la gente di Doruma, nono- stante i drammatici e disumani avvenimenti del recente passato, il fatto di essere ancora vivi, di poter coltivare la terra o di par- tire alla caccia, e soprattutto di rientrare e ritrovarsi in famiglia dopo i lunghi spostamenti del giorno, sono gioie che aiutano a superare la paura di nuovi attac- chi e i traumi lasciati dalle vessa- zioni subite. Nei discorsi degli abi- tanti di Doruma c’è la speranza che finiranno le incursioni e che si potrà lavorare tranquilli, assicu- rare un’educazione ai figli e la sa- lute per tutti, mangiare in santa pace il frutto del proprio sudore. David Moke* * Padre David Bambilikpinga- Moke è missionario della Conso- lata originario di Doruma, svolge il suo servizio a Roraima in Brasile ed è tornato per le vacanze al suo villaggio tra dicembre 2013 e gennaio 2014. e il trattamento della malattia o in alternativa a Dungu in Rdc (a 210 km). Recarsi a Ezo significa sobbarcarsi anche le spese rela- tive al visto di entrata e di uscita. Alcuni ammalati di Aids hanno potuto trovare ospitalità presso villaggi e famiglie sudsudanesi e usufruire di cure mediche gra- tuite. L’assistenza psicosociale realizzata nel villaggio di Doruma da organi- smi internazionali dovrebbe inclu- dere un’attenzione specifica agli ammalati di Aids con del perso- MC ARTICOLI # Sopra : un’anziana nel campo di sfollati di Ngubu, Haut-Uélé. # A sinistra : la quasi centenaria chiesa parrocchiale di Doruma edificata nel 1920. Fu gestita dai missionari della Consolata (1973-2001), © R N/ Guy Oliver © AfMC/ Gigi anataloni
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