Missioni Consolata - Aprile 2014
creato da Dio. Ognuno è chiamato a vivere una vita retta in base alla sua cul- tura e alla sua coscienza; su questo sarà valutato e non su quello che non co- nosce. Gesù è morto e ri- sorto per salvare tutti gli uomini di ogni epoca e di ogni angolo del mondo, non solo chi espressa- mente lo riconosce e ade- risce a lui liberamente e coscientemente con un atto di fede e col battesi- mo. La «condanna» è per chi coscientemente non vive secondo gli standard migliori della sua cultura. Non si tratta quindi di una decisione all’ultimo minu- to per il Dio dei cristiani, ma di un modo continuo di essere persona degna, o- norata e giusta, secondo una coscienza retta. Cia- scuno è chiamato a ri- spondere per quello che sa, non quello che ignora senza colpa. Questo vale per il non-cristiano quan- to per il cristiano. Non c’è illuminazione dell’ultimo minuto. La seconda domanda : «Chi ci assicura che la Bibbia non contenga sba- gli?». Nessuno. La Bibbia contiene sbagli scientifici, geografici e storici perché non è né un libro di storia né di geografia né di scienze. Scritta nell’arco di oltre 1000 anni, la bi- blioteca della Bibbia è condizionata dalle cono- scenze degli uomini con- temporanei a ciascuno dei suoi libri. Anche dal punto di vista religioso la Bibbia contiene una progressio- ne tra le idee ed le espe- rienze raccontate nei suoi libri più antichi e quelle contenute nei libri conclu- sivi come quelli del Nuovo Testamento. Questo per- ché non è un unico libro «di religione» scritto da un solo autore che ne ha poi revisionato attenta- mente ogni parte per una perfetta armonizzazione di tutto e l’eliminazione delle contraddizioni o de- gli elementi sfavorevoli. La Bibbia riflette il cam- lo. Con una scelta prefe- renziale: i posti più diffici- li, più poveri, più impe- gnativi. Basti pensare al- l’impegno nel Nord del Congo. Con questo non le- gittimano situazioni politi- che discutibili, piuttosto vivono il principio che il missionario non è un a- gente politico ma un servo del Vangelo. Il che non significa che un missionario non faccia po- litica, perché con le sue scelte in favore dei poveri, degli esclusi, dei popoli minoritari e delle perife- rie, di fatto fa politica. E diventa una spina nel fianco di poteri ingiusti, il- liberali e diseguali, ma anche di quei poteri che in nome della democrazia in realtà sfruttano e schia- vizzano intere popolazio- ni. Volente o nolente il missionario fa politica an- che quando semplice- mente propone la pace in- vece della guerra, il per- dono invece della vendetta, la gratuità inve- ce del profitto, il rispetto della diversità invece del- l’omologazione, la difesa della vita per quello che è invece che per quello che rende, la giustizia invece dei privilegi. Come rivista cerchiamo di essere prudenti per non danneggiare chi vive sul terreno e potrebbe pagare per nostre espressioni troppo esplicite. Preferia- mo far parlare la Chiesa locale, evitando nostre o- pinioni personali e usando invece documenti o inter- viste di religiosi e vescovi dei diversi paesi di cui scriviamo. Troppo polemici? Non è nostra intenzione. Cer- chiamo il più possibile di offrire un’informazione onesta e documentata. Riteniamo però alienante parlare di poveri senza affrontare le cause della povertà, di orfani senza approfondire il perché del loro abbandono, di malati senza capire per- ché non hanno cure, di guerre e violenze senza analizzarne le cause im- mediate e remote. Ci sembra un nostro dovere, scrivendo su una rivista mensile, fornire un’infor- mazione approfondita e non edulcorata sulla realtà del mondo. I NON CRISTIANI SI SALVANO? Mia nipote mi ha posto alcune domande parten- do dal fatto che ha un ra- gazzo albanese di fami- glia musulmana. La prima domanda è: chi è nato in una nazione non cristiana e pertanto assume per default la religione del posto, qua- lunque essa sia, sarà convinto della sua verità e del suo Dio. Se Dio si presenta loro in punto di morte e loro non posso- no accettarlo avendone sempre avuto un altro, sono tutti destinati all’In- ferno? O in un altro caso, ammettendo che alcuni di loro decidano di accet- tarlo e questo sia suffi- ciente per la salvezza, perché mai noi dovrem- mo fare tanta fatica per tutta una vita se poi ba- sta sinceramente pentir- si alla fine? La seconda domanda è: come sai che qualsiasi li- bro che sia stato scritto in materia, Bibbia inclusa, non contenga in parte o in totalità delle cose non ve- re visto che non esiste possibilità di verifica? Figlia della luce 20/12/2013 Cara lettrice, noi (cristiani) crediamo che Dio è uno solo: ieri, oggi e sempre, anche quando è conosciuto sotto nomi differenti. E questo Dio «vuole che tutti gli uo- mini siano salvi e giunga- no alla conoscenza della verità» (1 Tm 2,3-4). E gli uomini sono fatti per co- noscere e amare Dio per- ché portiamo il suo im- print : sono fatti a sua im- magine e somiglianza. Da sempre nella storia del- l’umanità la fede nell’esi- stenza di Dio è una di- mensione fondamentale di ogni cultura. È solo ne- gli ultimissimi secoli, e nella nostra cultura occi- dentale che degli uomini si sono ufficialmente di- chiarati agnostici o atei e sostengono che Dio non esista e sia solo un’inven- zione. Attraverso i secoli e i con- tinenti, popoli diversi han- no imparato a conoscere Dio a tentoni (At 17,24-28) e ciascuno l’ha chiamato secondo la propria lingua, celebrato con i propri riti e capito secondo la pro- pria teologia. Dalla com- prensione di Dio e dall’e- sperienza quotidiana, o- gni popolo si è dato regole di vita in base alle quali u- na persona è considerata giusta, buona e rispettabi- le. Parafrasando le parole di s. Paolo nel testo sopra citato, possiamo dire che seguendo il meglio delle proprie tradizioni umane e religiose ogni uomo ha potuto realizzare la sua vocazione fondamentale: quella di essere immagi- ne («stirpe») di Dio (cfr. Gn 1,26). È vero che nella storia della Chiesa questa visio- ne è stata spesso dimenti- cata ed è prevalsa l’idea che tutti i non battezzati fossero destinati alla dan- nazione eterna, con con- seguenze anche gravi, co- me il battesimo forzato dei popoli latino-america- ni. Ma il Concilio Vaticano II (1962-1965) ha avuto il merito di purificare la Chiesa da queste visioni non evangeliche della sto- ria della salvezza. Basti per questo la costituzione Gaudium et Spes : n.16, sulla coscienza retta; n.17 sulla libertà; n.58, su Van- gelo e culture; oppure Lu- men Gentium : n.16 sui non cristiani; o la brevis- sima dichiarazione Nostra Aetate firmata da Paolo VI. Così, circa la prima do- manda , questo è ciò che si pensa oggi nella Chiesa. Ogni uomo ha una capa- cità naturale di relazio- narsi con Dio, perché 6 MC APRILE 2014 redazione@rivistamissioniconsolata.it mcredazioneweb@gmail.com
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