Missioni Consolata - Aprile 2014

CIna Testo e foto di ALESSANDRA CAPPELLETTI I l 15 gennaio scorso una ven- tina di poliziotti fa irruzione nel piccolo appartamento in cui Ilham Tohti, professore di economia all’Università Minzu ( ri- quadro di pag.54, ndr ), vive con la moglie e due figli piccoli, poco fuori dal campus universitario. Tohti viene prelevato e scortato verso una destinazione ignota. Moglie, figli e anziana madre non hanno più notizie. Dall’abitazione vengono portati via pc, cellulari, agende e 38 sacchi di appunti, tesi di laurea, compiti degli stu- denti e quant’altro. Sei tra gli stu- denti a lui più vicini vengono por- tati in questura per essere inter- rogati. Un documento rilasciato dal Dipartimento di pubblica sicu- rezza della municipalità di Urumqi, che descrive il profes- sore come una figura pubblica che approfitta della sua posizione accademica per avvicinare stu- denti e conoscenti a istanze sepa- ratiste e sovversive, è l’unica co- municazione ufficiale sul caso. Tohti, che - in uno scritto del 2011 - aveva dichiarato di aver dedicato la sua vita (e sacrificato quella della sua famiglia) alla lotta per la libertà religiosa, la tu- La LOTTa deLLa mInOranza UIgUra Uiguro di famiglia musulmana, profes- sore universitario e blogger molto critico verso Pechino, Ilham Tohti è imprigionato con l’accusa di «sepa- ratismo». Il suo caso dimostra (una volta di più) che la Cina non si è ancora dotata di un sistema efficace per gestire il dissenso. L’Occidente tuttavia non può dirsi esente da colpe, non avendo a sua volta capito come trattare con il gigante asiatico. SILENZIO SU ILHAMTOHTI # Ilham Tohti, a Pechino, durante una pausa delle lezioni universitarie. La foto risale al giugno 2010. © Frederic J Brown / AFP

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