Missioni Consolata - Aprile 2014

Sopra : raccolta del riso a Nyaungshwe sul Lago Inle. A destra : barca sul fiume Kaladen, tra Sittawe e Mrauk U. In alto : Aung San Suu Kyi incontra papa Francesco il 28 ottobre 2013 . In copertina finale (pag. 50) : anziani contadini nei pressi del Lago Inle. 48 MC APRILE 2014 Lei sa bene che è difficile dimostrare, per chi non ha documenti, che risiede in Birmania da più genera- zioni. Inoltre il governo non riconosce a priori i Ro- hingya come gruppo etnico, ma li considera benga- lesi, quindi cittadini del Bangladesh. Come vede, è una strada a vicolo chiuso. «È per questo che chiediamo che ci sia un confronto non solo all’interno della Birmania, ma anche con il Bangladesh». I discorsi enunciati in questo tour sono tutti focaliz- zati alla necessità di emendare la costituzione del 2008 che vieta a cittadini come lei, che ha parenti con passaporto straniero, di candidarsi alle presi- denziali del 2015. Non pensa che ci siano punti ben più importanti da emendare, come il 25%dei seggi riservati ai militari nel parlamento o come la possi- bilità che il comandante delle Forze Armate possa, in caso di necessità, prendere il comando del go- verno? «Sì e no. Per la percentuale dei seggi riservati ai mili- tari non penso che sia un problema. Ho sempre detto che i militari devono essere inseriti nel contesto esecu- tivo e legislativo del paese. Nei limiti di una democra- zia, naturalmente. Non mi preoccupa il 25% dei seggi riservati ai militari nel parlamento quanto, piuttosto, il pericolo che il comandante delle Forze Armate possa arrogarsi il diritto di amministrare l’intero governo; eb- bene, quello, invece, è sicuramente un punto di pericolo che rischia di arrestare le riforme. Così come la man- canza di un potere giudiziario indipendente dal potere legislativo ed esecutivo. Capisco anche che la mia insi- stenza sull’emendamento per la candidatura presiden- ziale possa essere intesa come una battaglia personale. Ma non sono io che l’ho iniziata: è stata la precedente giunta militare che ha disegnato una costituzione na- zionale prendendo come misura la necessità di allonta- nare la mia persona da ogni forma di governo. Io mi batto non per la mia candidatura, ma perché il popolo abbia il diritto costituzionale di scegliere liberamente la persona che andrà a rappresentarlo. Mi permetta anche di evidenziare che l’emendamento della costituzione è solo il terzo punto del mio pro- gramma dopo il rispetto delle leggi e la fine delle guerre civili. Sono una politica e come tale ho degli obiettivi. Uno di questi è dare al mio popolo la demo- crazia. Questo è il senso dell’emendamento da me ri- chiesto: permettere al popolo di decidere chi lo rap- presenta». Quale sarà il suo programma nel caso possa candi- darsi? «Non voglio fare promesse che non posso mantenere. Non voglio dire che, se diverrò presidente, il mio par- tito, la Lega Nazionale per la Democrazia (Lnd), por- terà pace e benessere per tutti. Abbiamo sempre detto che faremo del nostro meglio e ciò che prometto è esat- tamente il meglio che posso offrire. I tre punti princi- pali del mio programma sono tre: far rispettare le leggi, porre fine alle guerre civili ed emendare la Costi- tuzione». Il secondo punto sarà sicuramente il più impegna- tivo. Neppure il cosiddetto governo democratico che ha retto la Birmania tra il 1947 e il 1962 è riuscito a porre termine alle guerre etniche. «Il grosso problema è che i regimi militari ci hanno fatto perdere la capacità di dialogare e di mediare. Sotto lo Slorc ( State Law and Order Restoration Coun- cil, ndr ) prima e l’Spdc ( State Peace and Development

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