Missioni Consolata - Aprile 2014

APRILE 2014 MC 45 DOSSIER MC MYANMAR Sopra : mercato nei dintorni della pagoda Phaung Daw Oo, Lago Inle, stato Shan . Pagina precedente: papaveri da oppio nei campi dello stato Shan, dove ancora viene coltivato su larga scala . Nel frattempo la liberazione di prigionieri politici con- tinua a essere presentata dal governo come motivo di miglioramento dei diritti umani nel paese: a fronte di 1.141 detenuti per reati d’opinione liberati dal 2011 all’11 dicembre 2013. La situazione dei diritti umani, anche se in via di mi- glioramento, rimane, comunque, una spina nel fianco per il governo birmano. Reporters sans Frontières ha continuato a denunciare la repressione dei media, nonostante vi sia una decreto che abbia cancellato ogni forma di controllo preventivo. In realtà, in man- canza di una legge che possa garantire l’incolumità dei giornalisti, questi - per evitare conseguenze finanzia- rie o, peggio, fisiche - si censurano da soli. Il Child Soldiers International , invece, ha continuato a segnalare il reclutamento di minori tra le file del Tat- madaw e degli eserciti etnici che combattono il regime di Nay Pyi Taw. Secondo il Csi alcuni gruppi di guerri- glia, in particolare le coalizioni Karen National Union/Karen National Liberation Army (Knu/Knla) e Karenni National Progressive Party/Karenni Army (Knpp/Ka) avrebbero avviato un programma con le Nazioni Unite per cessare l’assoldamento di combat- tenti minorenni, mentre in giugno l’Unicef ha avviato un piano di azione simile con il Tatmadaw, che include il «congedo» dei militari bambini. Saranno tutti questi problemi, sommati a quelli già elencati, il pesante fardello che Thein Sein trasmet- terà al suo successore. Piergiorgio Pescali Costituzione birmana. Un gesto sicuramente interessato e opinabile, come lei stessa ha indirettamente ammesso: «Capisco (…) che la mia insistenza sull’emendamento per la candidatura pre- sidenziale può essere intesa come una battaglia perso- nale. Ma non sono io che l’ho iniziata: è stata la prece- dente giunta militare che ha disegnato una Costituzione nazionale prendendo come misura la necessità di allon- tanare la mia persona da ogni forma di governo. Io mi batto non per la mia candidatura, ma perché il popolo abbia il diritto costituzionale di scegliere liberamente la persona che andrà a rappresentarlo» ( a pag. 48, ndr ). Se, come è molto probabile che sia, l’articolo che impedi- sce la candidatura della leader dell’Nld verrà rimosso, la popolarità che gode tra i Bamar, l’etnia alla quale lei stessa appartiene e che rappresenta il 68% della popola- zione del Myanmar, le garantirà il seggio presidenziale. Non è ancora chiaro, invece, chi sarà il candidato del par- tito che attualmente detiene la maggioranza nel parla- mento, l’ Union Solidarity and Development Party (Usdp), anche se voci sempre più insistenti indicano che potrebbe essere Shwe Mann, potente portavoce sia della Camera bassa che della Camera alta. Shwe Mann, che durante il regime di Than Shwe superava in scala gerar- chica anche Thein Sein, ha trasformato le legislature da semplici luoghi di ritrovo in cui si approvavano cieca- mente i decreti proposti dal governo, a vivaci centri di di- battito. Con la staffetta Thein Sein-Shwe Mann i militari si assi- curerebbero ancora per un quinquennio una certa tran- quillità, sufficiente per completare il loro ritiro dalla scena politica, ma non è escluso che i dissapori che da qualche mese stanno allontanando i due uomini forti del governo birmano, possano creare una spaccatura insa- nabile portando entrambe alla corsa presidenziale.

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