Missioni Consolata - Aprile 2014

44 MC APRILE 2014 parte ha verificato che il giacimento non avrebbe creato nuovi posti di lavoro e, anzi, avrebbe causato un danno ambientale rilevante, dall’altra ha suggerito che lo sfruttamento minerario procedesse al fine di non creare tensioni con il principale investitore, la Cina. In- fine, la richiesta fatta ai contadini di accettare il trasfe- rimento in cambio di una ricompensa in denaro (la pro- posta di risarcimento avanzata da Aung San Suu Kyi era di 1.730 dollari Usa per ogni acro) si è scontrata con la ferma condanna delle famiglie, che hanno continuato la protesta. Contestazioni simili si sono ripetute in più parti della nazione, prendendo come spunto anche manifestazioni che esulavano dal tema economico. Durante i XXVII Giochi del Sudest Asiatico, quest’anno ospitati dal Myanmar, i tifosi della nazionale di calcio si sono più volte scontrati con reparti di polizia, evidenziando un crescente malessere che serpeggia tra la popolazione. La bocciatura dello schema protezionista, proposto dal parlamento all’inizio del 2013, per far fronte a eventuali ribassi troppo accentuati del prezzo del riso, ha esacer- bato ulteriormente gli animi. Nonostante gli economi- sti abbiano accolto con favore l’esito negativo della vo- tazione che proponeva al governo di intervenire com- prando il cereale dai contadini a un prezzo superiore da quello proposto dal mercato, il pericolo di accapar- ramenti artificiali da parte di speculatori, così come è già accaduto nel passato, è reale e ancora regolarmente utilizzato nelle campagne birmane. In effetti il governo è più preoccupato di attirare nuovi investimenti che di soddisfare le richieste dei propri cittadini. I grandi sovvenzionamenti, elargiti dagli isti- tuti di credito internazionali, sono stati quasi tutti di- retti alla macroeconomia. La Banca Mondiale e l’ Asian Development Bank hanno fatto la parte del leone elar- gendo un mutuo totale di quasi un miliardo di dollari per progetti socio economici e il miglioramento della gestione pubblica. La fine delle sanzioni economiche ha portato numerosi uomini d’affari a visitare il Myanmar per cercare nuove soluzioni d’investimento. Il Giappone, alla ricerca di un rilancio per la sua sta- gnante economia, è stato il più attivo. Una folta delega- zione composta da 40 amministratori d’azienda e gui- data dal primo ministro Shinzo Abe è stata accolta con tutti gli onori dalle principali autorità dello stato. I suc- cessivi colloqui hanno portato Tokyo a cancellare il de- bito di 1,85 miliardi di dollari che Nay Pyi Taw aveva contratto con il governo nipponico e al tempo stesso ad investire 500 milioni di dollari per la costruzione di strade e, con rammarico della Cina, centrali elettri- che. Il decrepito e fatiscente network di telecomuni- cazioni per cellulari, invece, sarà rinnovato dalla qatariota Ooredoo e della norvegese Te- lenor . La concessione è stata oggetto di un lungo e, a tratti, drammatico braccio di ferro tra il presidente Thein Sein, favorevole alla li- beralizzazione del traffico telefonico, e il blocco militare, a cui si rifacevano le tre so- cietà che in precedenza controllavano il mer- cato (la Myanmar Post Telecommunication , la Yatanarpon e la Myanmar Economic Corpora- tion ). Gli investimenti stranieri sono stati messi, però, a ri- schio dalla maggiore instabilità del paese e dalla com- plicata macchina burocratica che, in realtà, negli ultimi due anni si sia spogliata di numerosi orpelli che la ap- pesantivano. La società Maplecroft, specializzata in analisi di rischio d’investimenti, ha posto il Mynamar al quinto posto come paese a rischio su una classifica che tiene conto di 197 economie mondiali. Peggiore ancora è la gestione delle risorse del territo- rio: il Revenue Watch Institute ha relegato la nazione asiatica all’ultimo posto. La pessima reputazione del governo birmano nel settore è confermata anche dal rapporto dell’ United Nations Office on Drugs and Crime (Unodc), che nel suo resoconto ha evidenziato che in dieci anni (dal 2002 al 2012) la superficie desti- nata alla coltivazione di papavero d’oppio è cresciuta del 26%. Il 92% dei campi coltivati si trova nello stato Shan, dove sono presenti numerosi gruppi armati na- zionalisti direttamente finanziati dai signori della droga. Il leggendario «Triangolo d’Oro» - l’area che in- clude territori a cavallo fra i confini di Laos, Myanmar e Thailandia - è tornato ad essere l’area dove si concen- trano maggiormente le piantagioni di papaver somnife- rum , raggiungendo il 18% della produzione mondiale, secondo solo all’Afghanistan. Il Tatmadaw, in un tenta- tivo di analisi troppo azzardato, ha commentato i dati rilasciati dall’Unodc per evidenziare lo stretto legame esistente tra le aree a forte produzione d’oppio e la mancanza di uno stretto controllo sul territorio da parte dell’esercito birmano. Ciò che dovrebbe preoccupare maggiormente il go- verno è la forte crescita del consumo interno di stupe- facenti, in particolare tra la popolazione più giovane. I contendenti per le presidenziali del 2015 Tutti questi problemi non potranno essere risolti in breve tempo e, quindi, passeranno al successore dell’at- tuale presidente. Thein Sein, infatti, ha già fatto sapere che non intende presentarsi alle prossime elezioni pre- sidenziali, anche se, più recentemente, il suo portavoce, Ye Htut, ha ipotizzato un possibile ripensamento. Da parte sua, Aung San Suu Kyi ha già avanzato la sua candidatura per le file del National League for Demo- cracy (Nld). L’unico ostacolo che si frappone alla sua designazione è la Costituzione, il cui articolo 59 pre- vede che il presidente non sia sposato con stranieri (Aung San Suu Kyi, in quanto vedova di un britannico, non rientrerebbe in questa categoria) e non abbia figli stranieri (i figli avuti dal matrimonio con Michael Aris hanno passaporto britannico e questo potrebbe pregiudicare la candidatura). Per perorare le sue ragioni e cercare alleanza tra gli stati occidentali che tanto hanno contribuito alla sua causa mentre era agli arresti do- miciliari, Aung San Suu Kyi, per tutto il 2013, ha viaggiato negli Stati Uniti, in Oceania, Giappone ed Eu- ropa con il dichiarato scopo di chiedere l’emendamento della

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