Missioni Consolata - Aprile 2014

APRILE 2014 MC 43 DOSSIER MC MYANMAR Il timore dei generali, in particolare di coloro che sono stati pesantemente coinvolti nelle passate giunte (che hanno governato la nazione fino al 2010), è che la ven- tata di democrazia sul Myanmar possa trasformarsi in un’ondata di protesta dirompente e fatale per la salva- guardia del loro ruolo e delle fortune economiche fami- liari. Per questi gerarchi del vecchio potere, i continui proclami di Aung San Suu Kyi nel rassicurare che «non vogliamo vendetta, ma solo giustizia, verità e democra- zia» hanno poco senso perché non rispecchiano un clima popolare che, per alcuni versi, è apparso tutt’al- tro che sereno. L’ombra dei militari è, dunque, ancora ossessivamente presente nella vita politica ed econo- mica del paese. Del resto il Tatmadaw è l’unica organizzazione transna- zionale presente in Myanmar capace di mantenere unito il mosaico etnico. La stessa Aung San Suu Kyi, in odore di campagna elettorale e in cerca di appoggi an- che tra le forze armate, ha detto di essere «sempre stata convinta che i militari devono lavorare a stretto contatto con la legislatura e l’esecutivo. Io ho sempre avuto un affetto particolare per i militari e a chi si scan- dalizza quando mi sente dire questo, rispondo che non ha capito nulla del mio pensiero» ( vedi pag. 49, ndr ). È anche per la paura di una disgregazione nazionale che il budget di spesa per il 2013-2014 ha evitato dra- stici tagli alla Difesa, che per il biennio ha a disposi- zione 2,5 miliardi di dollari, pari al 17,2% del bilancio to- tale nazionale (4,2% del Pil). La spesa, giustificata dal fatto che il paese doveva far fronte a nuove minacce interne (come i conflitti negli stati Rakhine, Kachin, Shan e nelle regioni delle mino- ranze etniche), contrastava pesantemente con il magro bilancio destinato alla sanità (3,8% del bilancio; 0,9% del Pil) e alla pubblica istruzione (7,5% del bilancio; 1,8% del Pil). Degno infine di un certo interesse è il fatto che, confor- memente al nuovo indirizzo economico e alla tendenza del governo birmano di sganciarsi dall’orbita di Pe- chino, nel 2012 il principale fornitore di armamenti per il Tatmadaw è stata la Russia, scalzando non solo il predominio cinese nel settore, ma anche la concor- renza indiana. Le riforme di Thein Sein, gli investimenti internazionali e il «Triangolo d’Oro» Come già evidenziato, il governo Thein Sein ha conti- nuato a varare nuove riforme che hanno interessato vari campi della vita quotidiana, da quella sociale a quella economica. Il famigerato Ordine 2/88, che vietava ogni riunione pubblica che radunasse più di quattro persone, è stato abrogato così come le norme restrittive in materia di censura di stampa, libertà di espressione e di movi- mento, già abolite negli anni precedenti. Tutto questo ha permesso a una grossa fetta di popola- zione, in particolare ai contadini che erano stati privati - negli anni della dittatura militare - dei loro terreni, di unirsi in associazioni per richiedere la restituzione delle loro proprietà. Nel corso dell’anno il comitato par- lamentare istituito per indagare sulle confische illegali ha ricevuto circa 4.000 domande di risarcimento. Così come avvenuto per i Rohingya, indagare a ritroso sulla consistenza delle vertenze sarà, in molti casi, impossi- bile e questo genererà ulteriore scontento che dovrà essere, in qualche modo, veicolato affinché non sfoci in dimostrazioni violente. Il caso dei contadini sfrattati dai loro villaggi nei pressi della miniera di Monywa è emblematico. Le famiglie della regione, a cui erano stati espropriati i terreni per permettere l’amplia- mento della miniera di rame, si sono coalizzate occu- pando l’intero sito. La commissione d’investigazione - presieduta da Aung San Suu Kyi - è stata costretta a sfoggiare tutta la sua retorica nello stilare il contorto rapporto finale conse- gnato a marzo. Il gruppo parlamentare, se da una

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