Missioni Consolata - Aprile 2014

DOSSIER MC MYANMAR APRILE 2014 MC 39 campi profughi le condizioni non sono migliori: Méde- cins San Frontières (Msf) ha parlato di emergenza umanitaria e di migliaia di persone prive di accesso alle più elementari cure mediche, mentre Human Rights Watch (Hrw) ha denunciato la stretta collaborazione tra i monaci buddisti, il partito politico Rakhine e le forze del regime birmano nel fomentare le violenze contro i Rohingya. Queste commistioni hanno creato un senso d’insicu- rezza tra le comunità musulmane anche al di fuori dello stato Rakhine. Per evitare di alimentare polemiche con i buddisti, i musulmani del Myanmar hanno deciso di cancellare, così come era già stato fatto nel 2012, le celebrazioni dell’Eid al-Adha, durante le quali è consuetudine ma- cellare gli animali secondo l’usanza musulmana dello sgozzamento. Il gesto, apprezzato da alcuni esponenti religiosi buddisti è, però, passato inosservato per la maggioranza dei fedeli e non ha impedito che gli scon- tri si espandessero in gran parte delle province centrali e meridionali del paese. Tutti gli episodi hanno seguito lo stesso copione, defi- nito da Vijay Nambiar, consigliere speciale del segreta- rio generale delle Nazioni Unite in Myanmar, di «bru- tale efficienza»: un incidente, che in condizioni normali sarebbe passato inosservato e che coinvolgeva compo- nenti delle due comunità, innescava una violenta prote- sta di gruppi buddisti i quali, per vendicare il presunto affronto, attaccavano e incendiavano negozi e case di famiglie musulmane arrivando, a volte, a saccheggiare le moschee. In tutti i casi, la polizia, non è ancora chiaro se per complicità o per evitare ulteriori provo- cazioni, è rimasta impassibile. L’attivismo religioso-politico dei gruppi buddisti è sfo- ciato nel «Movimento 969», un’organizzazione fondata dal monaco UWirathu all’inizio del 2013 e nelle cui file milita anche Wimala, un monaco molto popolare tra i fedeli del monastero Masoeyein di Mandalay. Pren- dendo il nome dalla numerologia astronomica asso- ciata ad alcuni attributi del Buddha storico e al suo dharma, il 969 si contrapporrebbe al numero 786, po- polarmente associato ai musulmani perché da questi utilizzato per individuare le insegne dei negozi halal ( dove si vende rispettando le norme islamiche, ndr ). Nelle sue focose prediche, UWirathu, oltre ad incitare i fedeli a boicottare le attività commerciali condotte da islamici, ha più volte proposto alle autorità birmane un disegno di legge per vietare i matrimoni misti paven- tando lo spauracchio di un complotto jihadista per con- quistare il potere nel Myanmar e trasformare la na- zione in un avamposto islamico per la successiva avan- zata religiosa nell’intera regione del Sudest Asiatico. L’estremismo del Movimento 969 ha portato la sangha ( la comunità buddista allargata, ndr ) buddista birmana a dividersi nel suo interno: diversi monaci, avversi alla politica intollerante di UWirathu, hanno, quindi, de- ciso di fondare un coordinamento che contrastasse questa insofferenza, creando Pray for Myanmar . • con l’etnia Kachin*, a maggioranza cri- stiana, al Nord, ai confini con lo Yunnan (Cina)**; • con l’etnia Shan*, a Oriente, zona di produ- zione del papavero da oppio («Triangolo d’oro»); • con l’etnia Karen (Kayin)* di religione bud- dista e cristiana, al Sud, ai confini con la Thailandia; • con l’etnia Rohingya*** di religione musul- mana, nello stato di Rakhine al confine con il Bangladesh. * Attenzione: esistono varie denominazioni di questi gruppi etnici. ** Sul conflitto con i Kachin, prossimamente MC pubblicherà un reportage di Gabriele Battaglia e Nicola Longobardi (China Files). *** La denominazione è controversa. Dell’argo- mento MC ha parlato nel numero di luglio 2013, pag. 68. AREE DI CONFLITTO:

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