Missioni Consolata - Aprile 2014
tiva. Ma, proprio per questo, hanno già bisogno di es- sere riveduti e corretti. I rinnovamenti sociali ed eco- nomici introdotti con le riforme, accolti con favore dalla popolazione birmana e dai governi democratici occidentali, hanno già reso desuete le leggi che li aveva promossi. L’inesperienza dei politici, dovuta a decenni di isola- mento internazionale e di rifiuto del confronto interno, ha anchilosato un sistema legislativo ed esecutivo che oggi fa fatica a tenere il passo con la richiesta di cam- biamenti non solo politici, ma anche tecnologici. La capacità di adattarsi con elasticità e immediatezza alle esigenze di una nazione e di un popolo in fase di re- pentino cambiamento, determinerà chi potrà essere la nuova classe dirigente birmana. Sarà questo il campo in cui i principali candidati alle elezioni presidenziali, in programma nel 2015, si confronteranno. S ono trascorsi tre anni dal giorno in cui il Myan- mar ha cominciato a intraprendere un nuovo corso politico, economico e sociale. Il cammino si è dimostrato più lineare e rapido di quanto ci si potesse immaginare, ma, come spesso accade, dopo i primi entusiasmi hanno cominciato ad affacciarsi an- che le difficoltà e i primi ostacoli. Accanto a radicati conflitti etnici e a intolleranze reli- giose che nel passato non si erano manifestate solo per- ché represse dalle autorità locali che agivano in stretta collaborazione con la polizia ed il Tatmadaw (l’eser- cito), ecco che sono insorte anche recriminazioni so- ciali ed economiche. I primi decreti libertari, voluti dal nuovo governo civile di Thein Sein - con l’aiuto, bisogna dirlo con onestà, de- gli stessi militari che siedono al parlamento -, si sono dimostrati più audaci e rivoluzionari di ogni aspetta- La transizione birmana verso la democrazia non è facile, ma sembra procedere, garantita dal presidente Thein Sein. Della partita è ormai parte pure l’eroina birmana per eccellenza: Aung San Suu Kyi. Anche lei però non è rimasta immune da critiche, soprattutto rispetto agli scontri etnici e religiosi che, negli ultimi due anni, hanno avuto luogo in varie zone del Myanmar. Un paese che è un mosaico di ben 135 gruppi etnici differenti. SORRIDERE NONBASTA DI P IERGIORGIO P ESCALI CON PASSI INCERTI, MA IN CAMMINO
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