Missioni Consolata - Aprile 2014

MC ARTICOLI APRILE 2014 MC 23 mente famoso negli anni ’70 -’80, attraverso la musica e la vita di Bob Marley, il grande autore gia- maicano. Ha tuttavia una storia di religione organizzata che risale agli anni Trenta, con l’ascesa al trono dell’imperatore di Etiopia Hailé Salassié (al secolo Tafari Makonnen Woldemikael) nel 1930, e una mitologia molto più antica, che arriva all’epoca del Re Salomone. Filiazione sincretica di giudaismo e cristianesimo, e con alcuni aspetti presi, ma anche forniti, al- l’islam, questo movimento poli- tico e religioso affonda le radici, la propria dottrina e fede nelle re- ligioni semitiche monoteistiche e patriarcali del Vicino e Medio Oriente. Spiega ancora Rocha: «Il termine rastafari deriva dal nome proprio dell’imperatore etiope, Tafari, preceduto da Ras (capo), che, asceso al trono, prese quello di Hailé Selassié, cioè “Potenza della Trinità”: egli era considerato erede della dinastia salomonide, originante dall’unione del re Salo- Dottrina e fondamenti Una parte della dottrina del ra- stafarismo si basa sulla vita e su- gli insegnamenti di Hailé Selassié I, - in quanto la sua figura rappre- senta il Cristo (l’Illuminato) ritor- nato in Gloria, l’incarnazione di Jah, Dio, sceso sulla Terra per portare la liberazione alle popola- zioni nere -, su quelli teologici e morali di Gesù, e della tradizione etiopica ortodossa. Nel loro credo sono contemplate la divinità di Gesù Cristo, la Tri- nità, la resurrezione della carne, l’immortalità dell’anima, tutti i dogmi stabiliti dalla Chiesa orto- dossa etiope, e il millenarismo, la parusia (presenza divina, ndr ) di Cristo e il suo Regno terreno prima della fine dei tempi, e il giudizio universale, secondo l’A- pocalisse di Giovanni. Hailé Selas- sié I si manifesta nel mondo per realizzare questa profezia. I rastafariani credono che si possa giungere alla salvezza mediante la fede nel divino e il rispetto della morale naturale, qualunque sia la propria religione o teologia, per questa ragione rispettano gli altri culti, considerati da Selassié «vie del Dio vivente», che non è possibile giudicare. Essi, pertanto, avversano il settarismo religioso. Inoltre, credono che l’imperatore Tafari non sia morto, ma si sia vo- lontariamente occultato - qui mo- strando analogie con Mahdismo sciita - agli occhi degli uomini, in quanto rappresenta il Cristo ritor- nato glorioso in terra, morto una sola volta e risorto per sempre. Dunque, la sua seconda discesa nel mondo rappresenta non più il sacrificio per la redenzione degli uomini, ma il tempo del Regno glorioso. Nazionalismo e africanismo La questione dell’Africa, in quanto continente impoverito e sfruttato da secoli di colonialismo occidentale, per i rastafari è di grande e prioritaria importanza. «Il rastafari non è solo una reli- gione - aggiunge Rocha -, ma an- che un movimento politico nazio- nalista, che si ispira ai discorsi di Marcus Mosiah Garvey». E a quelli dell’etiopismo. L’etiopismo è un movimento na- # Pagina precedente : una banda reggae si esibisce a Salvador Bahia. # Sopra : Sidney Rocha discute in strada nel Pelourinho, centro storico di Salvador. # A fianco : case tipiche nel Pelourinho. mone con Makeda, la regina di Saba, da cui nacque il capostipite Ebna la-Hakim (poi Menelik I), re d’Etiopia. Tafari salì al potere con il titolo di Re dei Re (Negus Ne- ghesti), Eletto di Dio, Luce del Mondo, Leone Conquistatore della tribù di Giuda». Egli è considerato la seconda in- carnazione di Gesù, ma in gloria e potenza, non più come l’Agnello di Giuda ma come il Leone, se- condo una tradizione profetica, in quanto discendente di Hakim- Malik, e dunque membro della tribù di Giuda.

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