Missioni Consolata - Marzo 2014

MARZO 2014 MC 79 Fa un po’ meraviglia vedere due semplici laici - per giunta marito e moglie - con l’aureola della san- tità, dato che da secoli siamo abituati a vedere fi- gure di santi che sono per lo più suore, monache, frati, sacerdoti, Vescovi e Papi. In genere i laici ve- nerati come santi lo sono in quanto martiri. Spie- gateci come avete guadagnato questa fama di santità pur vivendo come degli umili contadini? Isidoro e Maria Toribia : La santità non consiste nel fare grandi cose, ma nel fare in modo grande le piccole cose di ogni giorno. Noi abbiamo cercato di fare sempre la volontà di Dio, vivendo con gioia la fede in Cristo nella vita quotidiana. A me risulta che pregavate molto durante le vostre giornate. Isidoro : È vero, io passavo molto tempo in preghiera, non saprei quantificare le ore e i minuti in quanto du- rante la mia epoca ci si regolava, specialmente nel lavoro dei campi, con la luce del sole. Questo mio modo di fare ha suscitato l’invidia degli altri lavoratori, i quali sono an- dati a dire al padrone bugie e maldicenze sul mio conto: che avevo poca voglia di lavorare, che perdevo tempo e guadagnavo il pane alle spalle delle loro fatiche. Maria Toribia : Io ero piuttosto tiepida nella preghiera, ma vedendo il fervore di Isidoro, ho capito che era mio dovere imitarlo. E devo dire che proprio cominciando a pregare insieme abbiamo superato tante avversità, la più grande è stata la perdita dell’unica creatura nata dalla nostra unione. Quando nostro figlio è morto in tenera età, la sola consolazione l’abbiamo trovata proprio nella preghiera. Ai vostri tempi la Spagna era in gran parte occu- pata dagli Almoravidi che erano di religione isla- mica. I proprietari terrieri per i quali lavoravate erano anch’essi musulmani? Isidoro e Maria Toribia : Abbiamo lavorato sotto diversi padroni, quindi anche con dei padroni che appartene- vano a un’altra religione. Nella mia epoca, come dici tu, gli Almoravidi dominavano la Spagna, essi erano una di- nastia musulmana nordafricana nata nell’undicesimo se- colo ed era all’origine un movimento religioso di tipo riformista che si era propagato fra le tribù berbere con- quistando in pochi decenni il Nord Africa e parte della Spagna. Il vasto impero almoravide però è durato meno di un cinquantennio, fino all’apparizione degli Almohadi, che nel 1147 hanno conquistato parte dell’Africa medi- terranea e i domini iberici. a cura di Mario Bandera 4 chiacchiere con... 19. SANT’ISIDORO E LABEATAMARIA TORIBIA I SIDORO nacque nei pressi di Madrid verso il 1070. In giovane età lasciò la casa paterna per andare a lavorare nei campi al servizio di al- cuni proprietari terrieri. In quel periodo parte della Spagna era soggetta agli Almoravidi, mu- sulmani berberi originari del Marocco. Quando questi conquistarono Madrid, Isidoro si rifugiò a Torrelaguna dove conobbe e sposò la giovane M ARIA T ORIBIA . La loro unione fu caratteriz- zata dall’attenzione verso i poveri, con i quali condividevano la loro casa, il loro cibo, i loro averi. Isidoro morì il 15 maggio 1130 e venne ca- nonizzato il 12 marzo 1622 da Papa Gregorio XV, mentre Maria Toribia venne proclamata Beata nel 1697 da Papa Innocenzo XII. La vita di questi due sposi, laici illetterati dalla fede adamantina, elevati agli onori degli altari e dichiarati - a furor di popolo - patroni dei rac- colti e della gente dei campi, si può riassumere in tre verbi: lavorare, pregare, donare. Un pro- gramma di vita attualissimo ancora oggi.

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