Missioni Consolata - Marzo 2014
70 MC MARZO 2014 rIFLESSIoNI E FattI SULLa LIBErtà rELIgIoSa NEL moNDo - 17 di Paolo Bertezzolo M olti ricorderanno la que- stione del velo islamico scoppiata anni addietro in Francia. In una città del Nord, un giorno del 1989, due ragazze di origine marocchina si erano presentate nel loro liceo con un foulard in testa. La cosa forse non avrebbe destato alcun pro- blema se il preside non avesse im- pedito loro di seguire le lezioni fin- ché non se lo fossero tolte. I mezzi di informazione fecero il resto e la notizia si diffuse rapidamente un po’ in tutta Europa. Una dozzina di anni dopo, altri casi del genere hanno scatenato accese discussioni nel paese transalpino. LibertàReligiosa FRANCIA. IL VELO E GLI ALTRI SIMBOLI Indossare il velo si è trasformato da questione privata in fatto politico. Per molti islamici, infatti, è diven- tato un simbolo di resistenza con- tro la cultura occidentale. Sempre più frequentemente giovani figlie di immigrati maghrebini, di naziona- lità francese, hanno inteso affer- mare la loro appartenenza all’Islam indossando un foulard che ne na- scondesse la capigliatura. Il caso di Belgin Dogru: a scuola senza velo Il caso di Belgin Dogru, di cui si è oc- cupata la Cedu (la Corte europea dei diritti umani), è sorto in questo contesto. Dogru, nata nel 1987 e # In queste pagine: donne e ragazze musulmane in Europa. Belgin Dogru, 11 anni, musulmana, viene esclusa dalla scuola per il suo rifiuto di par- tecipare alle lezioni di ginnastica in cui è ob- bligatorio togliere il velo. Dal suo caso na- sce un forte dibattito che porta alla nota legge francese sul di- vieto di esporre sim- boli religiosi nei luoghi pubblici. I numerosi ri- corsi presentati dalla famiglia di Belgin ven- gono respinti. L’ultima opzione è quella di ri- volgersi alla Corte eu- ropea per i diritti umani che vigila sulla libertà religiosa, la cui sentenza finale, emessa nel dicembre 2008, non è per nulla scontata. © Af. MC/D. Casali © Af. MC/D. Casali
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=