Missioni Consolata - Marzo 2014

MARZO 2014 MC 67 temente di altri alla mastoplastica additiva. Nel disturbo istrionico è presente emotività eccessiva con ricerca di attenzione, comportamenti sedu- centi, teatralità, autodrammatizza- zione ed espressione esagerata delle emozioni. Questi pazienti ri- chiedono interventi di mastopla- stica additiva, di ingrossamento delle labbra e rimodellamento de- gli occhi per allontanare la possibi- lità di un rifiuto. Il disturbo borderline della perso- nalità è caratterizzato da instabi- lità delle relazioni interpersonali e dell’umore, dall’alternanza tra gli estremi dell’idealizzazione e della svalutazione, da un’immagine di sé perennemente instabile, da rabbia immotivata e ricorrenti mi- nacce, da comportamenti auto- mutilanti. Questi pazienti sepa- rano le parti del proprio corpo in buone e cattive, attribuendo al chirurgo il compito di rimuovere queste ultime. Il disturbo osses- sivo-compulsivo si presenta con una eccessiva preoccupazione per l’ordine, il perfezionismo, il con- trollo mentale e interpersonale, con un’attenzione estrema ai det- tagli, alle regole, agli schemi, e un’organizzazione così elevata da mettere quasi in secondo piano il fine delle proprie azioni. Inoltre sono presenti esagerata coscien- ziosità, scrupolosità e inflessibilità in tema di moralità, etica e valori. Questi pazienti concentrano le loro richieste di interventi estetici su labbra, seno e occhi. Sulla base dei dati scientifici è pos- sibile affermare che tra i pazienti della chirurgia estetica, quelli con qualche disturbo della personalità sono compresi tra il 30% e il 70%. Questi dati dimostrano la necessità di una stretta collaborazione tra chirurghi estetici e psicologi o psi- coterapeuti. L a chirurgia estetica ha dimo- strato di avere effetti positivi sull’autostima dei pazienti an- siosi, mentre è risultata inefficace nel caso dei pazienti depressi. Ed è addirittura stato riscontrato un au- mento del rischio di suicidio, so- prattutto tra donne che richiedono la mastoplastica additiva (rischio 2 o 3 volte maggiore della norma). Oltre a questo è stato rilevato un maggior numero di casi di cancro del polmone rispetto alla norma. Secondo uno studio di Koot, Peters e altri, apparso sul British Medical Journal , che valutava il tasso di mortalità nelle donne svedesi ope- rate di mastoplastica additiva tra il 1965 e il 1993, le donne che scel- gono questo tipo d’intervento sembrerebbero differire dalla po- polazione generale, o dalle donne che si sottopongono ad altri inter- venti estetici, per alcune caratteri- stiche quali lo stile di vita, l’uso o l’abuso di alcool, il fumo e lo stato civile, elementi che potrebbero in- fluire sia sul rischio di suicidio che sul cancro polmonare. Accettare di operare soggetti con qualche disturbo della personalità è rischioso per i chirurghi, perché, a prescindere dal risultato otte- nuto, l’intervento può generare in- soddisfazione nel paziente che non ha una percezione corretta del proprio aspetto fisico. Non sono pochi i casi di azioni legali contro i chirurghi che hanno effettuato gli interventi. Secondo i dati delle compagnie di assicurazione, le ri- chieste di risarcimento nei con- fronti dei chirurghi estetici, con scarsa o nulla motivazione relativa all’esito dell’opeazione chirurgica eseguita, si aggirano intorno al 30% degli interventi, un dato in li- nea con quello relativo alla por- zione di pazienti emotivi. Conside- rando che in Italia, a eccezione della mastoplastica riduttiva nei casi in cui l’eccesso di seno genera gravi difetti posturali, nessuno dei più diffusi interventi chirurgici estetici è coperto dal sistema sani- una sensazione soggettiva di deformità fisica. Questa patologia, secondo uno studio condotto da Hodgkinson nel 2005, viene riscon- trata nel 20% delle persone che si rivolgono a un chirurgo estetico e si manifesta con una vera e propria dipendenza da chirurgia plastica. Secondo un altro studio condotto da A. Napoleon su un gruppo di pa- zienti della Carolina del Sud, rico- verati per un intervento di chirur- gia plastica, il 25% di loro soffriva di disturbo narcisistico, il 12% di di- sturbo dipendente, il 9,75% di di- sturbo istrionico, il 9% di disturbo borderline della personalità, il 4% di disturbo ossessivo-compulsivo, il 3% di altri disturbi della persona- lità (antisociale, paranoide, schizo- tipico, ecc.). Solo il 29% non pre- sentava alcun disturbo della perso- nalità. Secondo il DSM-IV ( Diagno- stic and Statistical Manual of Men- tal Disorders ), il disturbo narcisi- stico di personalità si presenta con un quadro di grandiosità, man- canza di empatia, richiesta di am- mirazione, fantasie illimitate di successo, potere, bellezza e con un comportamento arrogante e su- perbo. Tra le maggiori preoccupa- zioni di questi pazienti ci sono i di- fetti legati all’avanzare dell’età e questo li porta spesso a richiedere interventi di lifting . Il disturbo dipendente di persona- lità si presenta con una eccessiva necessità di essere accuditi, con un comportamento sottomesso e di- pendente, timore della separa- zione, percezione di sé stessi come incapaci di realizzare qualcosa senza l’aiuto degli altri. Pazienti di questo tipo ricorrono più frequen- MC RUBRICHE

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