Missioni Consolata - Marzo 2014

MARZO 2014 MC 57 MC ARTICOLI erano, ora, le forze che intende- vano distruggere il clero e la re- pubblica islamica. Il popolo do- veva essere incitato a versar la- crime sul sangue di Hussein, perché «da quei pianti collettivi escono i giovani che vanno vo- lontari al fronte in cerca di mar- tirio, e che si sentono infelici se non lo raggiungono… escono le madri che spingono i figli ad an- dare in guerra e che, se poi que- sti non tornassero, desiderereb- bero averne altri da mandare, o manderebbero quelli che hanno». Per Khomeini la lezione di Karbala era chiara: in batta- glia i numeri non contano, né si deve temere il martirio quando si è dalla parte giusta. Anche se si avesse tutto il mondo contro, la verità alla fine trionferà. Yazid era tutto il resto del mondo, Hussein l’Iran di Khomeini. Questo messaggio, diffuso da un clero opportunamente istruito, fu così ben recepito dagli ira- niani che, nonostante il grosso svantaggio iniziale e l’isola- mento internazionale, questi riuscirono in meno di due anni a ricacciare l’esercito di Saddam oltre i confini. Ciò ebbe, com’è noto, un grosso prezzo in vite umane. A questo punto, non sa- zio di vittoria, Khomeini chiese al suo popolo di continuare a combattere e lo lanciò alla con- quista delle terre irachene, inci- tandolo ad arrivare fino a Kar- bala, fino a Israele… E la guerra durò altri sei anni. Ashura si ritorce contro la Guida Suprema? E arriviamo alla più recente Ashura del 2009. Anno in cui la controversa vittoria di Ahmadi- nejad alle elezioni presidenziali di giugno aveva dato origine al- l’interno della società civile a un ampio movimento di prote- sta, denominato Movimento Verde, che era sceso in piazza in una serie di grandi dimostra- zioni duramente represse dalle autorità. I leader del movi- mento non si lasciarono sfug- gire l’occasione di sfruttare il forte significato simbolico di * Maria Chiara Parenzo, nome di fantasia, vive tra l’Iran e l’Italia. A RCHIVIO MC : Angela Lano, L’Ayatollah e il presidente , Dossier, agosto- settembre 2013. # A sinistra e sopra : anche i piccoli sono portati dai genitori alle celebra- zioni di Ashura. Ai bambini di sei mesi viene messa la fascia rossa dei mar- tiri, a memoria di Ali Asghar, figlio di sei mesi di Hussein, anch’egli ucciso a Karbala. # Qui destra : i proprietari di un negozio offrono ai passanti cioccolata calda. Durante i primi dieci giorni di muharram è facile vedere per la strada distribuzioni di cibi o bevande da parte di privati. Ashura. In quel giorno, il 27 di- cembre, le persone che ave- vano accolto il loro appello marciarono scandendo slogan mai uditi prima: «Morte a Kha- menei», «morte al dittatore». Si era verificata un’inaspettata inversione di ruoli: al posto del califfo Yazid c’èra la massima autorità dell’islam sciita in Iran, la Guida Suprema della rivolu- zione, l’ayatollah Ali Khamenei, succeduto nel frattemo a Kho- meini: il popolo-Hussein sfilava disarmato contro di lui e il re- gime che rappresentava. Quel giorno a Teheran e in altre città quindici vittime restarono sulle strade dell’Iran-Karbala. Maria Chiara Parenzo*

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