Missioni Consolata - Marzo 2014

DAI LETTORI Cari mission@ri MARZO 2014 MC 5 glia. Purtroppo, a causa della povertà e delle guer- re che assediano l’Africa, oggi assistiamo anche a delle degenerazioni della questione, per cui c’è il ca- so, ad esempio, degli orfa- ni di guerra e dei bambini- stregoni. In quest’ultimo caso essi sono considerati dei veri e propri rifiuti da parte delle famiglie che addossano ai bambini tut- te le colpe della loro triste situazione. 2. Le adozioni internaziona- li sono disciplinate dalla Convenzione dell’Aja , cui hanno aderito quasi tutti gli stati del mondo tranne quelli africani emusulma- ni. Anche il Congo non ha sottoscritto tale convenzio- ne e non ha neppure un trattato bilaterale con l’Ita- lia inmerito. Perciò le po- che pratiche che si fanno in Congo dipendono dai giudi- ci locali che cercano più di spillare soldi che di aiutare e sistemare i bambini. L’i- deale sarebbe sempre che uno possa fiorire dove è stato seminato. Anche la Convenzione dell’Aja vede l’adozione come una scelta estrema e sostiene la vo- lontà di garantire al bambi- no la possibilità di rimane- re nel suomondo culturale. Un’associazione che coin- volga una coppia nell’ado- zione di un bambino in uno stato che non abbia aderito alla Convenzione dell’Aja o che non abbia sottoscritto un trattato bilaterale com- pie un atto temerario, assai rischioso sia per i bambini che per gli aspiranti genito- ri. Non ci si dovrebbe fidare facilmente. 3. Inoltre, per finire, l’in- tervento del governo Con- golese, non è direttamen- te contro le coppie italia- ne. È dovuto al fatto che vogliono vederci chiaro su ESISTONO ORFANI IN AFRICA? Ho l’impressione che si di- cano un sacco di esagera- zioni sulla vicenda degli or- fani che non vengono fatti partire dal Congo insieme ai genitori adottivi italiani. Per quel che ne so, non e- sistono orfani nell’Africa nera, in quanto quando muore il padre, oppure quando muoiono ambe- due i genitori, i bambini non sono abbandonati, ma vengono adottati dallo «zio», e pure da tutto il clan. Nel 1966 volevo a- dottare una bambina orfa- na di tre anni, Hélène, ma lo «zio» si oppose, pur rin- graziando, poiché in Con- go non esistevano gli orfa- ni. Ciò è stato confermato sere fa in un dibattito pub- blico a Corridonia da un missionario della Consola- ta, da anni in Congo a Kin- shasa. Se le autorità congolesi si oppongono, oppure ci vanno caute, è perché a- mericani e canadesi si stanno portando via i bambini congolesi senza alcun controllo. Ciò sem- pre secondo quel missio- nario. Esiste, allora, una «tratta» dei bambini con- golesi, fatti passare per «orfani» da una organizza- zione missionaria o laica, o da burocrati governativi? Quanto è costato ai futuri genitori italiani adottare un bambino congolese? I bambini sono una ricchez- za per l’Africa nera e in tale maniera vengono conside- rati da quelle popolazioni. In questo caso gli Africani si dimostrano più civili e u- mani di noi Occidentali. Certe cose il ministro Kyen- ge dovrebbe conoscerle; a meno che, stando nel mon- do civilizzato, abbia dimen- ticato come la pensano dal- le sue parti. Giorgio Rapanelli Corridonia (Mc), 1/1/2014 Premesso che provo gran- de empatia e dispiacere per le coppie che si trova- no bloccate con le loro adozioni in Congo, anche perché ho avuto modo di vederle e sentire la loro si- tuazione. E che nell’incon- tro tenutosi a Corridonia, a cui fa riferimento l’amico Giorgio, si è parlato di altri temi, e solo di sfuggita di adozioni. Voglio qui condi- videre alcuni punti che ri- tengo importanti come contributo alla riflessione: 1. È vero, almeno secondo la mia esperienza, che nel- la cultura africana è incon- cepibile affidare un bambi- no orfano a estranei, per- ché esiste la realtà della famiglia allargata , per cui anche il parente più lonta- no ha una serie di diritti/doveri sul bambino, tanto da rendere pratica- mente impossibile, per qualsiasi tribunale, dichia- rare l’adottabilità di un mi- nore senza suscitare forte malcontento nella fami-

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