Missioni Consolata - Marzo 2014

42 MC MARZO 2014 I l naufragio dei migranti a Lampedusa, il 3 ottobre scorso, con i suoi 396 morti, ha commosso l’Italia. Molti di loro erano eritrei. Ma per quasi tutti quello era solo l’ultimo passaggio di un viaggio terribile iniziato nel loro paese. Un percorso che ha avuto una tappa dolorosa nei «campi di tortura» del Sinai. Dai quali molti altri non sono usciti vivi. Piccolo migrante «Ho 11 anni e vivo al Cairo. Non sono egiziano. Non ho né papà né mamma qui. Vivo con mio fratello di 8 anni e le mie sorelle di 13 e 15 anni. Eravamo insieme nel campo di tortura. Ah sì, c’è anche il mio fratello maggiore con noi. Nel mio paese devi fare l’ultimo anno di scuola al servizio militare. Se non vai ti ven- gono a prendere. Ma i miei genitori avevano sentito brutte cose sul servizio. Così mio padre decise di por- tarci via, in un luogo sicuro. Lasciammo mia madre e partimmo nascosti dietro a un pick up . Arrivammo in un altro paese. Non capivo la lingua, ma c’erano molte persone del mio paese. Mio padre andò in una grande città. Ci avrebbe aiu- tati da laggiù. Quando fummo soli nel campo vennero alcuni uomini e ci obbligarono a partire con loro. Era- © Angela Lano INFERNO SINAI DI M ARCO B ELLO in questa storia la realtà supera la fantasia più perversa di un film dell’orrore. donne, uomini, bambine, bambini sono rapiti, venduti, torturati. molti muoiono. nel silenzio internazionale. eppure i dati ci sono, le testimonianze pure. Qualche associazione combatte per salvarne al- cuni. e far conoscere le loro storie. storie sconvolgenti di migrazione e mercanti di carne umana

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