Missioni Consolata - Marzo 2014

MARZO 2014 MC 31 economica, limitano spesso le li- bertà sindacali o la capacità ne- goziale dei sindacati stessi». Tutto ciò si riflette negativa- mente sulla condizione dei lavo- ratori: «Quando l’incertezza circa le condizioni di lavoro, in conseguenza dei processi di mo- bilità e di deregolamentazione, diviene endemica, si creano forme di instabilità psicologica, di difficoltà a costruire propri percorsi». Felicità privata e infelicità pubblica In un’epoca dominata dalla filo- sofia (e dalla pratica) individuali- sta, risulta (ancora) più difficile parlare di interessi collettivi, etica pubblica, solidarietà. Di- venta così indispensabile far leva sull’interesse personale per raggiungere (almeno) l’obiettivo minimo della convivenza civile. «Il tuo malessere minaccia la mia tranquillità», sintetizza Ro- nald Dore 19 . Il professor Bruni amplia il ragio- namento. «C’è oggi - scrive - troppa ricerca di felicità private, che, come tutti i beni privati, sono rivali e a “somma zero” (cioè la maggiore felicità del- l’uno è a scapito di quella degli altri). [...] La pubblica felicità ci dice invece qualcosa di diverso e di opposto: non si può essere fe- lici da soli, e l’infelicità degli altri ci riguarda, soprattutto l’infeli- cità civile, come quella dovuta alla disoccupazione, che non è mai faccenda privata ma sempre pubblica essendo il lavoro al centro del patto sociale. Se ridu- ciamo questa infelicità pubblica, aumentiamo la felicità di tutti e di ciascuno» 20 . Un altro professore di econo- mia politica, Leonardo Bec- chetti, conclude affermando che «il progresso dell’uomo sta nella capacità di accettare limiti alla “libertà di” quando questa rischia di provocare danni ai propri simili» 21 . Limiti che la globalizzazione neoliberista - in- trodotta dagli Stati Uniti negli anni Settanta - ha via via ridotto o cancellato ( deregulation , si chiama in inglese), per lasciare spazio - è stato spiegato - alla li- bera espressione del mercato, foriero di maggiore benessere per tutti. I risultati di questa scelta sono davanti agli occhi di chi vuole vedere. Paolo Moiola «La globalizzazione sta contribuendo in misura significativa a far crescere la disuguaglianza» (J. Stiglitz, Il prezzo della disuguaglianza , 2013) «Alti livelli di disuguaglianza rendono peggiore la società» (Paul Krugman alla Cbc, maggio 2013) MC ARTICOLI

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