Missioni Consolata - Marzo 2014

di Gigi Anataloni EDITORIALE MARZO 2014 MC 3 Ai lettori ACQUA, PANE & OLIO Q uaresima. Con marzo entriamo ancora una volta in un tempo speciale di grazia che ci offre l’opportunità di riflettere, approfondire e cambiare in meglio la nostra vita di fede. è un pellegrinaggio di quaranta giorni per il quale non sono necessarie molte cose. Anzi, più il bagaglio è ridotto ai minimi termini, più il viaggio è spedito. Cosa mettere allora nello zaino per questi quaranta giorni? Mi permetto di suggerire tre cose: acqua, olio e pane. Acqua. Nasciamo nell’acqua, viviamo d’acqua, siamo fatti d’acqua. Il vino è gioioso, il vino fa festa, ma senza vino si vive, senz’acqua no. Allora in questo tempo via il vino, le bibite, gli aperitivi, i suc- chi e tutte quelle altre cose inventate per far bene prima di tutto a chi le produce. Torniamo all’ac- qua, alle «chiare, fresche, dolci acque», alla «sor’Acqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta». No, non l’acqua della pubblicità. Piuttosto quella del digiuno, della sobrietà ed essenzia- lità. Viviamo giorni in cui molti digiunano non per scelta ma per necessità. Quello non è digiuno, è povertà. Occorre fare del digiuno una scelta, non un’imposizione. Una scelta di libertà dal consu- mismo, dallo spreco, dall’accumulo di cose inutili. Un impegno di giustizia: sprecare, usare male dei beni di questo mondo, accumulare più del necessario, vivere sopra le proprie possibilità, è un gran- de atto di ingiustizia verso i poveri, gli sfrutatti e gli schiavizzati del mondo. Pane. Quante volte ho desiderato il nostro buon pane quando ero in Kenya: profumato, saporito, nutriente. Non c’è biscotto o torta che tenga di fronte al buon pane fresco di forno. Ma non è que- sto il pane da mettere nel nostro zaino per il viaggio quaresimale. è piuttosto il pane della Parola e dell’Eucarestia, il pane della preghiera come incontro gioioso col Padre. Il pane che ci rende com- mensali di Dio e ci fa riconosecre la presenza di Gesù in mezzo a noi, il vero pane spezzato che nu- tre la nostra vita. Mangiare la Parola: dare tempo all’ascolto, alla meditazione, al silenzio. Siamo circondati di parole, fino alla nausea: voci, rumori, musica, sussurri e provocazioni, immagini e suoni, una cacofonia incessante. Non hai né spazio né tempo per pensare, capire, interiorizzare. Un bombardamento. Per questo diventa essenziale lo slow-food servito nella preghiera, nel silen- zio, nell’adorazione, nella celebrazione dell’Eucarestia. Occorre sbocconcellare il Pane della Vita per non correre il rischio di essere come i discepoli che sulla barca nella tempesta «non avevano ancora capito il fatto dei pani» (Mc 6,52; 8,17-18). Olio. Di oliva naturalmente. Quello biblico, quello che anche Gesù conosceva e usava. L’olio dà sa- pore al cibo, bellezza alle donne e forza agli atleti. L’olio è consacrazione per i preti, segno dello Spirito per i battezzati e balsamo per le piaghe dei feriti. Si consuma nelle lampade per dare luce nella notte e cacciare oscurità e paure. L’olio è segno della carità e dell’amore vigilante. Carità che è condivisione ed elemosina (cioè «atto di pietas », amore concreto per l’altro fondato sull’imita- zione e restituzione dell’amore di Dio), gratuità e dono, accoglienza e perdono, impegno e giusti- zia. E tanto di più, perché la misura dell’amore si trova solo in Dio. Non c’è niente di nuovo in quanto vi ho scritto. La liturgia ci ricorda questa trilogia (preghiera, ele- mosina e digiuno) fin dal primo giorno di Quaresima con la lettura di Matteo 6. A tutti un buon cammino quaresimale. Viaggiamo leggeri, portiamo l’essenziale. Cari lettori, stiamo cercando di rendere più leggibile la nostra rivista cambiando il carattere usato e anche il corpo (gran- dezza) dello stesso. Stiamo ancora sperimentando, per cui non tutti gli articoli e rubriche hanno lo stesso ca- rattere e neppure lo stesso corpo: in alcuni c’è il corpo 10 ( come in questa nota ), in altri il corpo 11 ( come nel testo qui sopra ). Ci piacerebbe avere un vostro commento in proposito. Grazie di cuore.

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