Missioni Consolata - Marzo 2014
A nno 2001: al culmine della crisi argentina, Buenos Aires è percorsa giorno e notte da 40mila cartoneros , che recuperano car- toni e qualsiasi rifiuto utile alla loro sopravvivenza. Anno 2014: l’Italia, nona po- tenza mondiale 1 , vive il settimo anno di una crisi che pare senza fine. Di questi tempi il fatto che la grande maggioranza degli ita- liani continui a non praticare la raccolta differenziata 2 diventa una fortuna. In tal modo, tra l’immondizia, si trovano più ri- fiuti da recuperare: cibo, mate- riali riciclabili (plastica, allumi- nio, legno, carta, vetro), cose riutilizzabili (vestiti, oggetti, gio- chi). A tutte le ore del giorno e della notte, donne e uomini setac- ciano con cura i cassonetti delle nostre città. Difficile non accor- gersi del loro numero in au- mento anno dopo anno. Le per- sone più organizzate girano con attrezzi utili allo scopo: un un- cino di ferro per aprire i sac- chetti o agganciare qualcosa, una torcia per vedere meglio al- l’interno dei cassonetti, un car- rellino con le rotelle per traspor- tare ciò che viene recuperato, oppure una vecchia bicicletta con un cestino capiente. Un tempo la pratica era esclu- siva di rom e stranieri, oggi non è più così: ci sono anche gli ita- liani, nella maggior parte dei casi persone anziane, quasi sempre sole. D’altra parte le statistiche fanno rabbrividire. Nel 2012 la povertà relativa ha riguardato il 15,8% della popolazione italiana Testo e foto di PAOLO MOIOLA NEL NOME DELLA LIBERTÀ MARZO 2014 MC 25 # In alto : un’abitazione costruita con materiali di recupero in una delle periferie di Lima. IN POVERTÀ E IN RICCHEZZA / 2 © Paolo Moiola «Lo chiedono i mer- cati», «Non ci sono soldi», «Lo stato sociale è un lusso», e poi - per chiudere la discussione - «La que- stione è molto più complessa». In un’e- poca dominata dall’i- perinformazione, l’economia vive di bugie vendute come dogmi. I risultati sono drammatici e ven- gono pagati con l’erosione quotidiana della democrazia. Esistono alternative a un sistema sempre più ingiusto? Una cosa è certa: così non si può prose- guire. «L’infelicità de- gli altri ci riguarda», anche perché - ragio- nando egoistica- mente - «il tuo ma- lessere minaccia la mia tranquillità». DIRITTI Di PAOLO MOIOLA
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