Missioni Consolata - Marzo 2014
N on è un caso che i grandi mezzi di comunicazione ab- biano dato così poco risalto all’esortazione apostolica di Papa Francesco « Evangelii Gau- dium ». Essa contiene, infatti, una lucida denuncia del sistema econo- mico contemporaneo, alquanto in- digesta per chi da questo sistema è blandito e foraggiato. Papa Francesco esorta i cristiani a rifiutare l’economia che accresce le disuguaglianze, che sfrutta l’essere umano invece di servirlo, che pro- voca sofferenze: «L’economia che uccide». Ci sollecita a non credere alle teorie che presuppongono una crescita economica, favorita dal libero mer- cato, capace di produrre di per sé una maggiore equità e inclusione sociale nel mondo. «Questa opinione, che non è mai stata confermata dai fatti, esprime una fiducia grossolana e ingenua nella bontà di coloro che deten- gono il potere economico e nei meccanismi sacralizzati del sistema economico imperante». Negli ultimi venti anni, chiunque abbia osato mettere in discussione le teorie che hanno orientato la glo- balizzazione economica è stato og- getto di accuse spesso deliranti, persino da parte degli stessi che oggi si stracciano le vesti di fronte alla crisi finanziaria: siete contrari al progresso, nostalgici del comuni- smo, partigiani del pauperismo. Intanto, ovunque nel mondo ha preso piede una sorta di nuova ideologia secondo la quale il mer- cato può sostituirsi allo stato, il fi- sco è una rapina, i servizi pubblici vanno smantellati, la ricchezza non deve avere obblighi, il lavoro umano è solo un costo e la finanza va svincolata da ogni controllo. Un modo di pensare che non ha ri- guardato solo l’economia, ma è pe- netrato nella mente e nel cuore delle persone, producendo quel pe- ricoloso individualismo che scanda- lizza oggi Papa Francesco e che causa tanto dolore. Sono stati minati i valori che, se ci si pensa bene, hanno favorito lo svi- luppo delle economie in Europa: la percezione dell’interesse collettivo, il senso del bene comune, il con- cetto di mutualismo. C on la crisi queste deleterie convinzioni hanno cominciato a vacillare e da più parti oggi viene invocata una nuova visione dello sviluppo, un nuovo pensiero economico. Si dimentica, tuttavia, che alcuni questo pensiero lo custodiscono da tempo, senza farsi scoraggiare dalla supponenza dominante, ma avendo la tenacia di coltivarlo e incarnarlo in pratiche economiche generatrici di sviluppo sociale, occupazione, tu- tela dei territori, valorizzazione delle persone e delle comunità. Parliamo delle iniziative messe in campo dalla finanza etica, che non solo operano bene, ma sono anche solide. Da poco è stata pubblicata una ri- cerca, commissionata dalla Gabv ( Global Alliance for banking of va- lues ) che dimostra come le banche eticamente orientate sono più robu- ste dal punto di vista delle riserve pa- trimoniali e, in proporzione al bilan- cio, prestano più denaro. Queste banche, presenti in vari paesi (dalla Triodos olandese al Banco Sol in Bolivia, dal Credit Cooperatif fran- cese alla Banca Popolare Etica in Ita- lia) hanno fatto quasi il doppio dei crediti rispetto alle banche tradizio- nali: il 75,9% contro il 40,1%. L’ indagine mette a confronto le banche della Gabv con quelle associate al Gsif, Glo- bal Systemically Important Finan- cial Istitutions , cioè i 28 principali istituti censiti dal Financial Stability Board , tra i quali Bank of America , Bank of China , Unicredit. Negli anni della crisi, mentre le ban- che tradizionali hanno diminuito il credito erogato mediamente del 2% (il cosiddetto credit crunch ), le banche etiche lo hanno aumentato di circa il 3%. Queste ultime hanno anche una raccolta molto più solida e manten- gono un miglior livello di capitaliz- zazione, addirittura sono migliori anche sotto il profilo della redditi- vità del capitale investito che risulta dello 0,53%, più elevata di quella delle grandi banche (0,37%). Le ragioni del loro successo, spiega Peter Blom direttore della Gabv vanno ricercate in un comporta- mento più rigoroso, che non cerca il profitto a ogni costo, non fa scelte spericolate e, soprattutto, non sca- rica sullo stato e sui risparmiatori i misfatti dei manager. Le banche etiche sono premiate da una clientela che mette al centro delle proprie scelte economiche il rispetto delle persone e dell’am- biente, insomma sono banche nelle quali oggi si può riporre la propria fiducia. Sabina Siniscalchi FINANZA ETICA: ÈPOSSIBILE? Papa Francesco denuncia l’economia che fa aumentare le disuguaglianze. Il mercato che si sostituisce allo stato. Il trionfo dell’individualismo. La crisi dovrebbe modificare il concetto di sviluppo. E la finanza etica acquista terreno. Eticamente di Sabina Siniscalchi , Fondazione Culturale Responsabilità Etica PERSONA, ECONOMIA, FINANZA 24 MC MARZO 2014
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