Missioni Consolata - Marzo 2014
MARZO 2014 MC 23 anni si è tradotta soprattutto in ini- ziative e rivendicazioni di natura giuridica, dalle vertenze legali al- l’enfasi sulla natura del soggetto gestore: azienda pubblica vs Spa. Infatti, per loro natura, i beni co- muni richiedono la pratica dell’in- terdisciplinarietà, che di sicuro po- trebbe giovare al movimento nel- l’affrontare in maniera più organica le principali questioni legate alla ge- stione del ciclo dell’acqua, come ad esempio il dissesto idro-geologico del territorio italiano. In secondo luogo, l’enfasi sull’at- tuazione a livello locale dei referen- dum rischia di far trascurare la di- mensione internazionale del tema acqua. Una delle originalità del mo- vimento per l’acqua, nato alla fine degli anni ‘90 su impulso dei Social forum, del Contratto Mondiale sul- l’Acqua proposto dall’economista Riccardo Petrella, e dal lavoro di educazione alla cittadinanza glo- bale delle Ong di cooperazione in- ternazionale allo sviluppo è proprio quello di esser riuscito a tenere in- sieme la dimensione locale del tema con quella globale. I movi- menti europei per l’acqua sono stati i primi a utilizzare in Europa il nuovo strumento dell’ Iniziativa dei cittadini europei introdotto dal Trattato di Lisbona, raccogliendo l’anno scorso le firme per presen- tare una proposta di legge sul rico- noscimento del diritto umano al- l’acqua. I seguiti di questa campa- gna potranno aiutare la riscoperta della dimensione internazionale del tema, oltre che contribuire a riem- pire di contenuti il dibattito su identità, ruolo e prospettive del- l’Europa. Emanuele Fantini sembrano accomunate da tre istanze manifestate attraverso il ri- chiamo ai beni comuni. Innanzi- tutto il rifiuto della mercificazione della vita, ovvero dell’estensione delle logiche e degli strumenti del mercato, della concorrenza e della competitività ad ambiti sempre più estesi della nostra quotidianità. In secondo luogo la richiesta di una riassunzione di responsabilità da parte delle autorità pubbliche, che inverta la rotta della privatizzazione o dell’esternalizzazione di compe- tenze le quali vengono invece indi- viduate come costitutive del bene comune e strategiche per il go- verno del territorio. Infine la do- manda e la pratica di nuovi e più ampi spazi di partecipazione poli- tica, attraverso l’adozione di nuove forme di attivismo che contribui- scano a ridefinire identità e appar- tenenze. In questa prospettiva, affinché il movimento per l’acqua continui a svolgere un’azione pionieristica di elaborazione culturale e politica, due appaiono come i principali nodi da sciogliere. In primo luogo quello dei rischi legati alla «giuridizza- zione» della battaglia: per influenza dei saperi tecnici coinvolti nel movi- mento e per la natura stessa delle questioni di attualità sul tavolo, l’a- zione del movimento negli ultimi MC ARTICOLI Il libro «Si scrive Acqua... Attori, pratiche e discorsi nel movimento italiano per l’acqua bene comune», a cura di Chiara Carrozza e Emanuele Fantini. aAccademia University Press 2013, pp. 136, Euro12,00. Senza inseguire leadership carismatiche, ignorato dal- l’ establish- ment politico e mediatico, il movimento Acqua bene comune ha saputo coinvolgere e tenere in- sieme una coalizione vasta e plurale, riferendosi a principi morali e diritti fondamentali, adottando un’ottica non solo locale ma anche globale, e portando avanti una batta- glia paradigmatica per la de- mocrazia e il bene comune. Il libro nasce dalla volontà di riflettere sugli elementi e le pratiche che hanno reso pos- sibile questa esperienza e sul suo significato politico più ampio. Il volume, oltre a essere ac- quistabile in versione carta- cea, è scaricabile gratuita- mente dal sito dell’editore. www.aaccademia.it/siscriveac- qua.
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