Missioni Consolata - Marzo 2014

20 MC MARZO 2014 G iugno 2011: gli Italiani si pronunciano contro la pri- vatizzazione dei servizi idrici, rivitalizzando, con sorpresa di molti, il referendum come strumento di partecipazione politica. A quasi tre anni di distanza da quel voto, a che punto siamo? La battaglia referendaria sull’acqua appare da diversi punti di vista una vittoria mutilata. Senza dubbio il referendum ha contribuito a rappresentare e af- fermare il vasto consenso popolare esistente in merito al fatto che l’ac- qua deve essere considerata un di- ritto umano e bene comune, legit- timando giuridicamente e politica- mente la gestione pubblica dei ser- vici idrici. A questi principi si richia- mano ormai, almeno a parole, an- che quei politici e rappresentanti delle istituzioni che in passato guardavano con favore a un ruolo più incisivo del mercato nella ge- stione dei servizi idrici. In virtù del risultato referendario, l’acqua in molti casi è rimasta fuori dai pro- cessi di privatizzazione e di ces- sione di quote delle società pubbli- che di gestione dei servizi locali, come i rifiuti e i trasporti. Anche se non sono mancati tentativi da parte del governo Berlusconi e poi di quello Monti di ribaltare il risul- tato referendario, introducendo al- cune disposizioni che di fatto ripro- ponevano le norme abrogate dal referendum. Stop ai privati Dal punto di vista tecnico e giuri- dico, il primo dei due quesiti refe- rendari ha eliminato l’obbligo per DaI forum DeI movImentI per L’acqua aI forum per I benI comunI ACQUA, NUOVE BATTAGLIE acqua Di EMANUELE FANTINI Foto di MARCO BELLO Dopo i risultati del referendum del 2011 sull’acqua come di- ritto umano, i movi- menti si organizzano ed estendono la bat- taglia ad altri beni comuni e alla demo- crazia. Il rifiuto della mercificazione della vita, il recupero della responsabilità delle autorità pubbliche, la domanda di nuovi spazi di partecipa- zione politica. Lavorando sul locale senza perdere la visione globale.

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